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del lunedì, lunedì, lunedì

E’ che alla fine non è la faccenda delle camicie, né la faccenda delle uova, né della sabbia dei gatti. E’ la sequenza, velocissima di tutte queste cose a creare il problema, a generare il nervoso. E poi mi ritrovo a piangere seduta sul pavimento del bagno cosparso di pezzi di conchiglia, quella che è caduta mentre a mezzanotte mettevo via le cose della borsa del weekend, e non c’era spazio perché anche se glielo dico e ripeto la roba rimane lì, sparsa, invece di essere buttata, tutto questo mentre lui invece dormiva, o fingeva di farlo, visto che si era svegliato solo 4 ore dopo di me e oggi sarebbe entrato a mezzogiorno, non alle 9 come me – ma era arrabbiato e a quanto pare me lo meritavo.
Io vorrei solo non dover discutere per tutto, non dover combattere per tutto. Se ti dico « lasciale in macchina perché ho le mani occupate » intendo quello, niente se, niente ma: rimettile nella fottuta macchina. Non mi appendi le camicie lavate e stirate a una porta sporca di un garage altrui. Se ti chiedo di passare a prendere la sabbia dei gatti visto che sei a casa in orario di negozio e io no e non lo sarò mai, e ti dico di andare in un certo negozio, non è un capriccio, non è un favore, non ti sto mandando a comprarmi una rivista o un paio di scarpe. Se dobbiamo passare a casa dei miei a prendere delle cose possiamo farlo anche senza rimarcare ogni volta che peso, che stanco, senza chiedere ogni volta « dobbiamo proprio? ». Sì, cazzo, dobbiamo, perché la settimana ce l’ho di sette giorni anche io e quando non lavoro e non pulisco e non lavo e non stiro siamo a casa dei tuoi a cena perché ci aspettano a quell’ora o per giocare a poker quindi quando accidenti dovrei andare? Mica vado a prendermi un caffè. Non devo combattere per andare a comprare degli asciugamani, non sono mica un mio hobby i cazzo di asciugamani, anche se magicamente ci sono sempre in bagno, che arrivano fuori da chissà quale armadio e io ho comprato chissà dove in chissà quali anni. Mi ci porti e basta, e ringrazi di non dover sapere qual’è l’armadio in cui li metto perché faccio tutto io. Lui cucina, in casa. Non per questo io mi rifiuto di andare a fare la spesa, o mi faccio implorare. Perché questa cosa non è applicabile anche alle cose che faccio io, mai? Niente, basta, era solo per sfogarmi un attimo. Che poi la collega mi dice pure che « beh, i gatti sono tuoi » e io ho una gran voglia di ribaltare il tavolo a sentire una cosa simile.

Postilla. Al povero cristo che, vedo ora, è arrivato sul mio blog cercando “convivenza vantaggi” vorrei rispondere: « … »

dei fine settimana che arrivano, alla fine

Twitter ogni volta che apro la pagina del mio profilo per vedere i reply (c’è un modo migliore che non sia loggarmi – perché twitter mi slogga sempre – aprire il mio profilo, cliccare su reply, e leggerli uno a uno?) dicevo, ogni volta mi scrive “sei tu!”. E mi lascia sempre un po’ perplessa.
Comunque, domani ultimo giorno di lavoro, ultimo giorno di palestra della settimana con latino americano, serata poker e poi a casa per tre giorni. A stirare, cucinare, giocare ai Sims, guardare qualcuno dei 30 film scaricati l’altra sera e, spero, andare in giro a fare qualche foto. Al freddo, alla nebbia del mattino, magari qualche autoritratto sempre per il famoso avatar. Non a lui, che invece sarà a casa i due giorni dopo. Sarebbe carino, ogni tanto, incrociarsi pur vivendo insieme

del varie ed eventuali pre-we

  • Oggi è ricominciata ufficialmente per me la palestra dopo due mesi d’abbonamento buttati nel cesso grazie al mio fantastico lavoro.
  • Ieri sera jd mi ha portata a mangiare giapponese nonostante a lui non piaccia, offrendomi la cena e chiedendomi di chiudere gli occhi appena finiti i miei gamberi al curry con il suo katsudon a metà e mettendomi nella mano una scatolina che ho riconosciuto al tatto. Una romanticheria quasi da nauseare, il tutto dovuto al mio continuo piangere ogni volta che vedo questa pubblicità della bliss.
  • Ho ricominciato a usare il labello e le mie labbra hanno finalmente smesso di sembrare corteccia di betulla.
  • Hai miei nuovi stivali si è staccato un tacco di netto. A tutte e due le paia, intendo.
  • Ho installato i Sims 3 e prevedo che la mia vita nei prossimi sei mesi avrà come unico obbiettivo far guadagnare al mio sim miliardi, fargli ottenere tutti i punti carriera possibili e alla fine comprare un terreno e costruire e arredare la casa dei miei sogni per poi abbandonare il gioco per qualcos’altro tipo, che so, vivere.
  • Devo, devo aggiornare l’avatar perché mi ha annoiata talmente tanto che mi innervosisco ogni volta che lo vedo.