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dello sconosciuto che mi conosce meglio degli altri

Sono lì che rimugino e mi autocompatisco e mi deprimo e mi scorrono davanti agli occhi, molto in stile filmetto serie C, le facce di tutti quelli che nella vita mi han detto « sei troppo logica ». E rimugino e rimugino e poi vado a leggere l’oroscopo di Rob e la prima frase è: « Non devi essere quello che non vuoi essere, Toro. »

Ok.

ps. Finito di leggere l’oroscopo. In pratica è la cosa più bella che mi sia stata detta in questi ultimi … due anni? E non è stata nemmeno detta direttamente a me.

dei problemi esistenziali

Manca una settimana al raduno. Dopo lo stress per le prenotazioni varie, le domande, le risposte, le richieste di conferma senza risposta (…), finalmente la situazione è stabile. Il treno è prenotato, l’albergo pure, pranzo e cena anche, i capelli il giorno prima sono prenotati anche loro, io avrò il mio personale regalino – che regalo non è – direttamente lì. Ora ho una settimana, 7 giorni, per scegliere i vestiti. Ce la posso fare? Ci sarà un valido motivo se sono iscritta al gruppo facebook "è tutta la vita che compro vestiti e ancora non ho nulla da mettermi"?

dei ritorni a casa una sera d’autunno

La parte di libro letta in treno questa sera mi ha lasciata di quest’umore. Sono sere che torno a casa serena, anche sotto la pioggia, che sorrido alle foglie per terra; sorrisi tristi ma sempre sorrisi; sembra non stia andando bene niente, in realtà è che non c’è niente da far andare ed è sicuramente meglio. Invece questa sera niente sorrisi alle foglie, niente goccioline portate dal vento o canzoni belle nei due minuti di strada dalla stazione a casa, niente respiri dell’aria autunnale a pieni polmoni. Sguardo basso, spalle strette, mani in tasca a osservare la mia ombra che va inesorabilmente più veloce di me, come tutto i resto intorno; vada pure. Io mi sono fermata già da un po’ e preferisco starmene qui a fingere di non osservare, a fissare lo sguardo su un punto lontano e vedere solo con la coda dell’occhio tutto quello che vibra e vive intorno. Stasera mi sento come una scatola che, vuota da tanto e forse anche da sempre, a forza di tempo si è prima incurvata e poi appiattita un po’ per volta sotto il peso del resto, anche perché la forza di tenersi su per conservare uno spazio vuoto viene facilmente a mancare. Mi sento anche un’ingrata per sentirmi così quando in questi giorni ci sono invece cose che sembrano messe lì apposta per farmi stare bene; è che mi fanno star bene, ma non bastano, non bastano mai, è sempre troppo poco.