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delle manifestazioni e della mia vita

Mio padre è del ’38, mi madre è del ’48. Loro, nel ’68, avevano 30 e 20 anni. Del ’68 abbiamo visto fiction, letto libri, guardato film. eppure non ho mai sentito i miei parlarne, né ho mai intravisto in loro qualche attinenza con quegli eventi. Mi sono sempre chiesta come mai; insomma, erano negli anni giusti, certo non abitavano a Torino o Milano e all’epoca la differenza tra le grandi città e i dintorni era indubbiamente più sentita, ma così tanto? Non capivo, non me ne capacitavo. E adesso è da un po’ di giorni che ci penso. Stamattina, il mio problema più grande è che non riesco a ordinare il copripiumino perché non mi accetta la carta di credito. Penso a questo mentre leggo questo articolo e sento i cortei che passano qua sotto e penso a come qualche giorno fa mentre gli studenti invadevano pacificamente stazione Cadorna io a 100mt di distanza in linea d’aria sceglievo cosa prendere alle macchinette del caffè e parlavo di scarpe. Sono estranea a tutto questo in un modo così totale che fa quasi impressione, e allora capisco come dovevano esserne estranei i miei genitori. La politica mi interessa e lo spirito combattivo l’ho sempre avuto, ma la mia vita e le sue piccole cose, il lavoro, la casa, il treno, i weekend, vengono prima di tutto questo.

dei risotti

Imparo termini come "far imbiondire il riso" nel mio primo tentativo di risotto, allo zafferano (che c’è chi ne parla in pieno pomeriggio così, a cuor leggero) e gamberetti. Intanto carico Heroes sulla chiavetta per vedermelo tranquilla in cucina durante la mia silenziosa cena (dopo averne visto l’ultima puntata in tv mesi fa, ho iniziato la serie completa da pochi giorni; sono più furba di una faina). Intanto volevo notificare al mondo che al momento mi fanno male tutti, e per tutti intendo tutti, anche quelli che non sapete di avere, muscoli del corpo.

del mio lago e della mia montagna

Passeggiando per facebook trovo il blog di un vecchio compagno di scuola che a quanto ricordo non stava nemmeno nella mia stessa vallata e dopo aver chiuso la pagina con scarso interesse la riapro perché m’era parso di vedere la scritta Lago Riazzale. Apro le foto e mi si apre una voragine dove mi pareva di avere degli organi interni. E giuro solennemente che questo è stato il primo e l’ultimo anno che permetto al primo stronzo che arriva di, in qualche modo, tenermi lontano da ciò che amo, anche se lo motiva dicendo « io non ne ho voglia, vacci tu ». Lezione imparata. Al prossimo che dice così alla proposta d’andare in posti che non ha mai nemmeno visto il benservito arriverà all’istante.