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sono paranoica

Un giorno riporterò sul blog il mio ormai collaudato monologo circa le difficoltà dell’applicazione della teoria i miei spazi vitali all’ambiente il mio ufficio.
Per ora, resto a digrignare i denti a vedere lo schermo ondeggiare ritmicamente e benedire il giorno in cui io ho perso il vizio di muovere la gamba.

Questa cosa mi darebbe fastidio anche se non fossi paranoica.
Aggiungendo il fatto che perfino mio padre si scoccia quando, tentando di parlarmi a una distanza di dieci centimetri, lo allontano e gli indico il mio riquadro di almeno un metro quadro, direi che è impossibile che io sopravviva a lungo se non inizio subito un qualche corso su come estraniarmi completamente dall’ambiente circostante.

lavoro e (?!) amici

E adesso ho appena mandato un email non fredda, ma gelida, a luke (il mio « ma non eri il mio migliore amico? »). E dire che dovrei aver imparato a non mischiare amicizia e lavoro, ma mi ero raccomandata tanto e loro, lui e t., mi avevano rassicurata del fatto che sarebbe andaadato tutto bene.
Se per andare tutto bene intendevano farmi sviluppare un sito e poi aspettare un anno che il cliente gli desse un’occhiata, preparasse un listino excel e mi inviasse due righe di contenuti per la home, e dopo un anno ancora essere qua ad aspettare, beh, allora sì: è andato tutto bene.
Peccato che io ho lavorato e non ho preso soldi (nemmeno loro, ma loro non hanno fatto un cazzo). Peccato che quando si entra in questo discorso mi devo mettere sulla difensiva perchè pare sia io che non finito il lavoro, sembra che il concetto non posso fare un sito se non mi danno i contenuti sia un concetto alieno. E dire che sono due informatici anche loro… mah.

sigh

allarme uomo-clown
allarme uomo-clown
a tutti i neuroni presenti nella stanza
evacuazione i-m-m-e-d-i-a-t-a!