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mezzanotte nel giardino del bene e del male

Le giornate scorrono rapide, rapide, inesorabilmente; chiudo gli occhi sul cuscino pensando di essere ancora all’inizio di ieri e rendendomi amaramente conto di essere già nel dopodomani. Secondo i miei calcoli, dovremmo essere al più tardi a Novembre, invece è già maledettamente Gennaio.
Di buono c’è che ho concluso per la casa, questa sera vado a prelevare il contratto firmato. La mia nuova casa è situata in un paese dal nome osceno, che però, abbiamo appena scoperto, vanta una panetteria che alle 19:00 ha ancora il bancone con qualcosa sopra (la prima panetteria che ha senso di esistere nel pomeriggio, dio l’abbia in gloria), e non qualcosa a caso, ma anche focacce. Se riesco, questo sabato concorderò per andarla a vedere di giorno, con la luce (sì, l’ho vista solo illuminata da torce tascabili fin’ora), per prendere le misure e controllare quale sole prende il grande balcone di cui è provvista.
Di cattivo c’è che mi sono slogata un braccio nel tentativo di guidare per nemmeno un paio di chilometri una macchina che volevano rifilarmi: una punto antracite del 97, con 160.000km (:o) e lo sterzo adatto solo a un peso massimo del pugilato, alla modica cifra di 2.000€! Pazzi. Furiosi.
Di buono c’è che ho finalmente scritto la lettera di disdetta per la mia casa attuale. Di cattivo c’è che non l’ho ancora inviata.
Di buono c’è che questa mattina, per essere un lunedì, è stata incredibilmente fruttuosa. Forse anche grazie al weekend appena trascorso, bello e tranquillo di quelli che piacciono a me. Di cattivo c’è che è, appunto, lunedì.

Cerco di camminare su questo filo da equilibrista fatto di cose positive e di cose negative, tentando nel frattempo di tenere le braccia ben allargate per non farmici schiacciare in mezzo. Soffoco un po’, ma sembro resistere.

(Il titolo, che è già stato usato, è poi il titolo di un film. A distanza di mesi, ancora mi chiedo come si possa associare questa perfetta sequenza di parole a un film non eccezionale. Che spreco.)

perché i lunedì sono così fottutamente schifosi?

Il primo treno di questa mattina l’abbiamo perso perché nella mia stazione un qualsiasi display che mostri i binari da cui partiranno i treni non esiste più. Stiamo subendo il passaggio da televisore 17” illeggibile a schermo LCD fichissimo; stiamo attraversando questo passaggio da due mesi. E mentre ci dirigiamo al binario 5 (presunto binario di partenza, sulla carta) per prendere l’unico treno di quell’ora, il capotreno di tal treno ci guarda e sta zitto (procurandosi almeno un mese di maledizioni visto che non ci ha detto « ehi non è quello il treno, ma quello sul binario due ») e mentre scrutiamo dentro il treno al binario cinque ci giriamo e vediamo il treno che fino a qualche secondo prima era morto ed era dalla parte errata della stazione (a sinistra invece che a destra), quello sul binario due, che inizia a fare ciuf ciuf lasciandoci a piedi.

Il secondo treno di questa mattina era impossibile perderlo essendo fermi in stazione da 32 minuti. Una volta preso siamo arrivati alla stazione di scambio perfino puntuali (miracolo!) per scoprire che il treno per Milano era in ritardo di (rullo di tamburi) 40 minuti (su una tratta da un’ora, cosa davvero inconcepibile). E andiamo con l’altro treno.

La giornata prosegue in stato di stress affannoso e iperattivo, ho male ad ogni dito e ad ogni nocca delle mani, ho nausea costante da ieri sera, ho male alla schiena, torcicollo, pressione bassa.

Ho un passaggio per casa e ho meno di ore per avvertire *lui* della cosa ma dovrei cercare di fare in modo di non urtarmi per la sua risposta. Direi che è impossibile, sì. Sì sì sì. Perché farà i suoi "ah" e farà calare il velo di ghiaccio sulla questione, mentre *lui* … mentre *lui* lasciamo perdere, che m’incazzo solo a pensarci.

C’è che io mi sento in colpa per ogni fottuto sms che scrivo a chiunque non sia tra le persone approvate (ma quali? ce n’è forse una?) mentre lui socializza tranquillamente con chiunque notificandomelo poi con noncuranza, che vorrei vedere facessi io così, vorrei proprio vederlo.

C’è che a scrivere il post di prima m’è salito un nervoso che difficilmente si dissiperà a breve. Era meglio non pensarci, guardare dall’altra parte, come sempre. Mea culpa.

varie

L’acquario ormai non ha più necessità di assistenza se non occasionale né io ne ho necessità nell’assisterlo. A parte cibo ogni tanto, bottigliette di coca cola a far da impianto della CO2 e qualche cambio/aggiunta d’acqua quasi direttamente dal lavandino, il resto fan tutto loro; nuotano, mangiano, strisciano, puliscono fondo e vetri, alimentano le piante, fan figli che crescono e sostituiscono i vecchi genitori deceduti. Se penso alla quantità di manuali che *lui* ha sapientemente scovato e letto e mi ha fatto leggere, con valori di ph, kh, nitrati, nitriti, tipi di filtri, temperature, modalità di cambio dell’acqua mi sembra incredibile.
Abbiamo preso una nuova gattina. Il nome è ancora in fase di scelta, io punto a *mica* e lui a *betty*, lei intanto non risponde a niente e zampetta qua e là saltellando come un coniglio e sbattendo il musino ovunque, anche sul gattaccio nero che soffia e ringhia appena la vede. Si abituerà. L’uno o l’altra.
Il lunedì è iniziato malissimo, peggio non poteva essere: senza sigarette, in stazione troppa coda per comprarle, alla seconda stazione venti minuti dopo nonostante la fraudolenta T di tabacchi non vendevano sigarette e ho dovuto aspettare ben 3 ore dal risveglio prima do poter aspirare della più che corroborante nicotina. Dopodiché, arrivata in ufficio, mi sono resa conto di aver lasciato la chiavetta del caffè a casa. Profonda disperazione.
Ciononostante, esattamente alle 10:40, sono riuscita a risolvere l’annoso dilemma che da settimane ormai teneva con il fiato sospeso oltre a me tutte le altre persone dell’ufficio: perché PHP installato su IIS6 con database SqlServer2005 non funziona come dovrebbe e si pianta? In questa settimana ho testato tutti i possibili metodi di collegamento ai database, testato circa una decina di macchine differenti, installazione in locale e in remoto, cluster e non cluster, campi text o varchar. Per poi scoprire che bastava cambiare due path e installare PHP come CGI e non come modulo ISAPI.
La stanchezza avanza imperterrita, venerdì sera invece di uscire mi sono addormentata sul divano mentre si giocava a chi vuol essere miliardario (vabeh che il gioco è noiosissimo di per sé, però …), mentre stanotte alle 2:20 mi sono alzata per accendere il pc che si era spento con lo spegnimento automatico. Ancora non riuscivo a dormire. Parla bene chi, quando con aria afflitta notifico che mi devo alzare alle 6:20 di mattina (io, che prima arrivavo a lavoro bellamente alle 11:00) dice « vai a dormire prima »; fosse facile!
Mia madre ha comprato tre copie di Cosmopolitan. Uno l’ha inviato a mia zia, uno se lo tiene in casa e uno in macchina che non si sa mai. Spero non ci sia mai un articolo superiore alle 5 righe con il mio nome scritto su, tremo al pensiero di immaginare quale potrebbe essere la sua reazione. Mi ha fatto ridere (amaramente, ma sempre ridere) la sua risposta al « adesso la smetterai di lamentarti del lavoro che faccio? » « ma io non mi sono mai lamentata, anzi! » (certo, e io non ricordo più in là di cinque giorni, certo).

Ormai visto il poco tempo, mi riduco a fare questi post riassuntivi un paio di volte la settimana. Eeh, non è più il blog di una volta.