è solo un blog

i'm a fountain of blood in the shape of a girl

della fortuna

Dunque, dov’eravamo rimasti? Ah, sì:

Ovviamente: i lavori al 110% devono partire il prima possibile e lui nel frattempo non deve assolutamente vendere casa a qualcun altro. L’incastro è debole, lo so, lo sappiamo. Ma per ora: sogniamo, sorridiamo come due ebeti, continuiamo a dirci che comunque vada per noi va benissimo anche restare come siamo perché ci basta stare nella casa dove sta l’altro per stare bene. Però, se riusciamo: che sogno!

Bene, com’è finita è presto detto: i lavori non sono partiti, e lui nel frattempo ha venduto casa.

Chiedere alla vita di venirmi un po’ incontro è un errore che dovrei aver imparato a non fare. Eppure persevero.

dei negozi che dovrebbero scomparire dalla terra

Qualche giorno prima di Natale sono andata a Biella a firmare in banca per questioni legate all’eredità. Ne ho approfittato per lasciare i regali a mia sorella, ed in cambio ho ricevuto da lei un profumo che non metterò, e da mia mamma un sacchetto Pandora. Con tanto di biglietto: “anche se non mi parli ti voglio bene”.

Arrivo a casa e guardo cosa c’è dentro. L’orrore. Una collana con un ciondolo a cuore e un charm della famiglia, più un braccialetto plain.

Io metto la stessa collana tutti i giorni da 10 anni, da 5 con un ciondolo diverso (quello prima era un regalo di ex marito). Non ho MAI indossato niente con un cuore in tutta la mia vita, mai. È palese a chiunque mi conosca che la roba Pandora non può piacermi.

Lui dice che non devo lamentarmi perché conta il pensiero. Ma parliamone, del pensiero. Che pensiero di merda c’è dietro questo regalo? Mi conosci da 40 anni porco cazzo, e mi regali un ciondolo a cuore? No, mi spiace. È vero che conta il pensiero, ma è ovvio che qui il pensiero non c’è proprio stato. Si è andati a raccattare a caso un regalo in gioielleria, come fai quando devi fare un regalo in fretta e non ne hai voglia.

In ogni caso, Pandora vende le sue robe a peso d’oro, quindi mi spiace l’idea di chiudere tutto in un cassetto. Qui ha inizio l’epopea. Passo tre ore sul sito Pandora a cercare dei sostituti, bestemmiando in aramaico perché il sito fa schifo. Trovo tre cose. Vado in negozio per il cambio. Tiro fuori le mie scatoline dicendo che voglio cambiare tutto, la commessa subito si mostra confusa “ma questo non lo può cambiare!!” “questo cosa?” “questo, il bracciale, è omaggio”… ehm, ok, sto cambiando un regalo, secondo te lo so che è omaggio? Ho qualche modo di saperlo? “eh vabbeh non lo cambierò”. Mi fa il conto del resto, le dico che vorrei degli orecchini con due charm. Tira fuori gli orecchini e vuole già sistemare lo scontrino per il cambio, che fai, aspetta, fammi vedere anche i charm prima. Non li trova. Mi chiede di farglieli vedere sul sito (in 10 comodi minuti di caricamento). Raga, ma un catalogo cartaceo in negozio pareva brutto? Sul sito me li da esauriti. “eh se sono esauriti sul sito non ci sono”… Ma… Come? “sai se torneranno disponibili?” “eh no se sul sito non sono disponibili ovviamente non lo so”. E mi guarda senza aggiungere altro. Ovviamente non è la tua giornata migliore, eh, zia? Lascio perdere e me ne vado.

Per la seconda volta, secondo lui sto iper reagendo io a incazzarmi per aver trovato la commessa più svogliata della terra. Va beh.

Oggi ci riprovo, in un altro negozio. Entro. Un minuto e nemmeno uno dei due dietro la cassa alza lo sguardo. Partiamo malissimo.

Arriva la ragazza, le do la roba del cambio, le dico che volevo sti due cazzo di orecchini con i due charm di Alice nel paese delle meraviglie. “devi tornare domani perché sono in saldo” “ma io non li voglio in saldo” “è così” cosa cazzo stai dicendo? Già ho fatto fatica a trovare due robe per arrivare alla cifra del cambio, ci manca solo che me li scontate… Mi passa al suo collega. Meglio.

Trova uno dei due charm, me lo fa vedere. È orribile. Orribile, davvero. Vabeh, piano B. Un braccialetto e due anelli. Misuriamo. Troviamo il tutto. Mancano 6€. Gli dico “perfetto, va benissimo” “No”. Non si può cambiare senza superare la cifra del cambio. È il secondo negozio in cui entro a cambiare, la terza persona con cui parlo, è a nessuno è venuto in mente di dettagliare le poltiche di reso evidentemente pignole PRIMA di perdere mezz’ora a scegliere un reso. Dovrei aggiungere dei soldi per prendere la cosa più economica: un portachiavi A CUORE. Ma porco dio. Butto tutto nel sacchetto e gli dico “vabeh, niente, non lo cambierò” e me ne vado.

E per la terza volta, appena usciti mi attacca la pippa per la reazione.

A me l’unica risposta possibile sembra: ma i cazzi tuoi?

dei sogni che son desideri

Premessa: comunque andranno le cose, aver potuto sognare anche solo per qualche giorno è stato bellissimo.

Eccoci qua: come tutti, da marzo 2020 la nostra vita è stata ribaltata e la nostra (sua) casa è passata da un giorno all’altro da mero dormitorio a posto in cui passiamo un buon 80% delle nostre vite, incluse le ore di lavoro. Quello che prima era un bilocale, piccolino ma gestibile, ora è diventato un microscopico ed angusto spazio in cui far entrare due scrivanie e tutto il necessario per non ucciderci a vicenda nelle ore comuni. Abbiamo bisogno di una stanza in più. Come tutti. Vorremmo un giardino o un grosso balcone. Come tutti.
Abbiamo iniziato a vedere qualche casa da un po’ di mesi, con scarso successo. Il problema principale è che questa casa in cui siamo a noi piace, e parecchio. Siamo in una zona industriale, accanto all’aereoporto: per un qualche giro di vento non sentiamo gli aerei (e siamo gli unici, anche in un ampio raggio di paesi limitrofi), ed essendo una zona industriale non c’è passaggio: io mi alzo la domenica mattina con gli uccelli che cinguettano fuori dalla finestra ed il silenzio assoluto. Questa cosa è impagabile e difficilissima da trovare altrove. E siamo a 15 minuti dal centro di Milano.
D’altro canto, a casa nostra entra l’acqua nel piano seminterrato, quando piove forte, e questo ci provoca giusto quel filo di stress per cui ce ne andremmo domani, si fottano pure tutti gli uccellini cinguettanti del mondo.

Qui entrano in gioco due fattori: il bonus 110% e la vendita casa del nostro vicino.

Con il bonus 110%, teoricamente in partenza a breve (ma siamo ancora nel pieno dei sopralluoghi), risolviamo il problema del fatto che questo palazzo fa schifo. Cambieremo infissi, cappotto fino alle fondamenta e tutto il resto. Problema acqua: risolto.

Con la casa del vicino, che costa ovviamente la metà degli appartamenti che stiamo andando a vedere in giro (perché il palazzo fa schifo, la zona è industriale ed è comunque solo un bilocale), avremmo una casa di una metratura fin troppo elevata ed il giardino.

Il nostro piano è semplice: appena firmiamo per i lavori al 110%, facciamo l’offerta al nostro vicino e ci prendiamo casa sua. Con l’eredità che mi dovrebbe arrivare, i soldi dei suoi, l’anticipo sul TFR, insomma, in qualche modo, facciamo tutti i lavori che vogliamo fare per strutturare la casa esattamente come la vorremmo: un soggiorno enorme, unendo i due attuali, una grande camera da letto, uno studio, due bagni e un intero piano seminterrato enorme in cui mettere tutto quello che ci pare, pure il biliardo – purtroppo il 75” risulterà poi troppo piccolo e ci toccherà passare a un 95”
E se poi non dovessero arrivare tutti i soldi che vorremmo, possiamo benissimo cominciare a fare qualcosa e fare il resto più avanti. Tutto quello che dobbiamo fare ora è acquistare e aprire una porta.

Il nostro piano oggi ha avuto l’input dell’architetto, che ci ha prospettato delle cifre più che affrontabili per i lavori necessari, che per noi è il primo via libera all’acquisto. Adesso sentiremo la banca.

Ovviamente: i lavori al 110% devono partire il prima possibile e lui nel frattempo non deve assolutamente vendere casa a qualcun altro. L’incastro è debole, lo so, lo sappiamo. Ma per ora: sogniamo, sorridiamo come due ebeti, continuiamo a dirci che comunque vada per noi va benissimo anche restare come siamo perché ci basta stare nella casa dove sta l’altro per stare bene. Però, se riusciamo: che sogno!