della tossicità

Ieri sera siamo stati dal cognato, fresco di separazione con la ragazza che frequentava da qualche anno. Ci ha raccontato che sta andando dallo psicologo, precisando poi che no, non sta andando da uno psicologo, cosa che avevo già intuito dalle prime tre frasi, ma da un counselor. I tuttologi della vita, quelli lì insomma. La consulente, quella che immagino viva una vita perfetta sotto ogni aspetto, altrimenti non capisco davvero come uno possa definirsi coach di vita, gli ha spiegato che la ragazza in questione è una narcisista patologica ed è una persona tossica.

Ora. Capisco che questo serva particolarmente a lui in questo momento, un modo come un altro per fargli capire, e rendere credibile, il concetto che questa è semplicemente stata una stronza e che la deve smollare, quindi ben venga.

Non capisco invece perché che se io, amica o fratello che sia, ti dico “è una stronza, mollala”, fai più fatica a dar credito al mio giudizio rispetto a quello di un coach di vita che ha studiato all’università della strada che ti dice “è una persona tossica, allontala”. Lo capisci che è la stessa cosa? Anzi, peggio. Io ti sto dicendo che è una stronza con te, ma è ovvio che questa persona qualcosa di buono ce l’abbia, se è sopravvissuta fino ai giorni nostri, ha dei figli, degli amici, etc. Chi ti dice che è una persona tossica invece ti sta dicendo una puttanata. Siamo tutti tossici per qualcuno. Siamo tutti tossici in un momento o in una situazione della nostra vita. Dividere le persone in “brave buone e oneste” e “tossiche” è la cagata più universale che si possa pensare. Come hai fatto a innamorarti di una persona tossica? Semplicemente non lo era nel momento in cui ti sei innamorato. Non ha senso aspettarsi di catalogare le persone, ficcarci sopra due cartellini, pensare che questa morirà sola perché è tossica e poi magari rimanerci male quando trova qualcuno con cui invece la relazione è più che sana.

Coach di vita dei miei coglioni.

2 commenti

  • gmz ha detto:

    perchè quando una storia finisce male si cerca sempre una motivazione e quella motivazione spesso (o sempre) è “per colpa dell’altro/a”.
    se dici all’amico “lei è stronza” passi sempre per quello che giudica o che passa frasi di rito, frasi fatte, per dare sostegno e poi quando ci riprovano tu sei quello che ha dato della stronza a lei. se invece a mettersi in mezzo a dare giudizi è il santone (pagato) di turno, allora tutto è più facile: “stronza” è invece “tossica” e la musica cambia, anche se in definitiva, come hai detto tu, la pappa è quella: la storia è finita, lei non fa per te, punto.
    poi domani lei trova quello giusto (davvero) e allora per magia è tutto amore e farfalline. e la tossicità dove è andata a finire?

    counselor e psicologi sono professioni da “ultima spiaggia” mentre mi pare di vederli troppo spesso tirati in ballo per questioni anche futili. i momenti difficili capitano a tutti, ma non è sempre e solo questione di andare a piangere da qualcuno a pagamento.

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