del lavoro che nobilita

Dunque, non ne ho ancora parlato perché, poi mi sono ricordata che potevo fare un post protetto da password.
Lavoro in questa agenzia ormai da più di tre anni. Sono passate più persone qui, in questi tre anni, che in un bordello. Stefano, il terzo socio, se ne è andato pochi mesi dopo il mio arrivo, e nessuno ancora sa perché. Una settimana dopo il mio arrivo, due ragazze molto giovani sono state licenziate in un modo terrificante: chiuse in sala riunioni e costrette a firmare le dimissioni ed andarsene senza poter rientrare in ufficio nemmeno per prendere la borsa; il tutto perché avevano dato della cicciona alla capa in una chat che loro hanno letto (e sì, lo è, è molto, molto grassa, e dovrebbe saperlo). Qui ha avuto inizio il periodo terrorismo: facebook, tumblr, tutto bloccato. Niente chat esterne. Computer spesso sotto sorveglianza (grazie ad Apple che permette questa cosa di default). Gli altri due sviluppatori con cui lavoravo e che, oggi lo posso dire, sono alcuni dei colleghi con cui mi sia mai trovata meglio a lavorare, se ne sono andati pochi mesi dopo. In quel momento ho pensato che i miei capi non erano molto in grado di valutare le persone, se lasciavano andare via uno bravo come Claudio senza battere ciglio. Pier, il seo manager e autoaddetto a fomentazioni sindacaliste negative, andato pure lui, a Londra. E’ arrivato Maurizio, un nuovo grafico, altra persona fantastica. E’ arrivato Andrea, l’account junior. E’ arrivata Cristina detta Crispina palo in culo, andata poco dopo. Sono arrivati 5/6 programmatori che se ne sono poi andati, chi licenziato, chi dimissionario. Maurizio se ne è andato. E’ arrivata Valeria, grafica junior, anche lei adorabile. Insomma, quasi tutte le persone passate qua dentro – tenendo ben presente da che media di merda sia fatto il mondo – erano persone fantastiche. Il resto erano persone talmente allucinanti che arrivavano ad essere divertenti.
In un posto così, circondati da persone così, si lavora bene. Per tre anni, non ho rimpiato CondéNeuro un solo giorno (a parte quando un paio di mesi fa mi hanno detto che offrivano una buonuscita di 3 anni di stipendio a tutti i dimissionari volontari – lì ho quasi pianto). In un posto così, passi sopra facilmente al fatto che i tuoi capi sono degli psicopatici poser hipster. Vegetariani, quasi vegani, che però mangiano pesce, che stanno insieme da 15 anni, che vanno alle feste, che si fanno e non fanno di coca, che vogliono che siano tutti amici ma sto cazzo che verrei mai con voi a un concerto di Skrillex. Puoi sopportare la mancanza di professionalità dei tuoi stessi capi, l’imbarazzo nei confronti dei clienti per certi comportamenti. Le notti fatte quando si poteva farne a meno, se la capa grafica finisse mai una cosa nel tempo stabilito. Lui che un giorno dal suo podio di autstima manda fulmini e saette e il giorno dopo è tutto simpatia portami via.
Ora i capi si sono lasciati. L’agenzia è allo sfascio. Arrivano in ufficio a mezzogiorno quando va bene, e tu a inventar scuse al telefono con i clienti incazzati. Valeria è stata licenziata, appena dopo le vacanze. Era venerdì sera e le han detto che non sarebbe dovuta tornare il lunedì dopo. Riduzione del personale, momento di difficoltà, pochi clienti. L’ha licenziata la capa, mentre il capo era a Bali. Francesco, l’altro dev del team di cui ero responsabile, prima dell’estate ha detto in ufficio che voleva interrompere la collaborazione; non mi è stato nemmeno detto. Fulvio, l’ultimo grafico, se ne è andato per lavorare da casa, felice di poter finalmente non rivedere il capo, con cui aveva un conflittualissimo rapporto maschio alpha contro maschio alpha in cui raramente si parlavano insieme. Andrea sta cercando a Roma per seguire la nuova fidanzata. Rimaniamo io e loro due. Lei, la grafica, quella che per fare una homepage ci mette 6 mesi, che non rispetta una scadenza che sia una, che non è in grado dopo 11 anni di lavoro di ricordarsi una volta di farmi i rollover, o di pensare a una risoluzione sotto i 1900px, o di capire che un menu di terzo livello non può essere più grande del primo livello. Che mette tasche, ombrine, stondature e sfumature ovunque perché è rimasta ai design di 5 anni fa. Lui, lo psicopatico con pesanti disturbi dell’umore, con cui cerco di parlare il meno possibile.
Tolte le persone, mi sono stati tolti i motivi per restare in un’azienda che in tre anni ha perso tutti i clienti che aveva e ne ha acquisiti pochissimi, e nessuno in modo continuativo. E nessuno si è mai chiesto il perché.

3 commenti

  • Lucretia ha detto:

    che situazione allucinante

  • gmz ha detto:

    brutto periodo per darti questo consiglio ma… MOLLA TUTTO APPENA PUOI!

    in parte ti capisco perchè lavoravo per uno stronzo che non sapeva fare nulla ma in tutto voleva metterci bocca, storia conclusa col mio licenziamento volontario immediato, perdendo anche il preavviso pur di non restare la dentro 1 minuto di più, soprattutto da quando è entrato in azienda il figlio con la laurea (pare) comprata, senza nessuna capacità se non offendere gratuitamente le persone.

    cambiato lavoro mi ritrovo da un paio d’anni con un nuovo capo ufficio che è praticamente un bamboccio trovato per strada perchè costava poco: non sa fare nulla, non coordina nulla ed è solo capace di farti le ramanzine nello stanzino quando ti rifiuti di andare al lavoro al sabato mattina per scaldare la sedia o recuperare il tempo perso perchè lui non organizza un tubo.

    da un anno mi guardo attorno per cercare altro ma la situazione è nera, nera, nera e venerdì alle 18:00 l’unico pensiero tornando a casa era quello di chiamare il lunedì e dire “io non vengo più, ciao”.

    in bocca al lupo a tutti e due, va!

  • anija ha detto:

    Forse a leggerla sembra più tragica, ma non lo è poi tanto. Qua la situazione è questa, la gente se ne è andata, me ne vado anche io

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