del mare d’inverno

Queste sono le giornate dell’astio; dopotutto, sono ultima in classifica nell’oroscopo di questa settimana. Astio verso chi fa più di un’ora (un’ora!) di treno continuando a pigiare sui cavolo di tasti del cellulare (cosa cazzo starà facendo?!) con il volume dei tasti alto; al miliardesimo bip ho iniziato a immaginare quanti metodi di lenta morte per tortura ci fossero usando semplicemente cavo elettrico e tastini di plastica. Astio verso la signora che ieri mattina ancora un po’ e mi si sedeva in braccio. Astio verso il signore che ieri sera, dopo che l’ho guardato male perché aspettava di salire in metropolitana di fronte alle porte invece che di lato come ogni persona civile, ha ancora avuto il coraggio di dirmi "guarda pure". Non avessi avuto il treno in ritardo l’avrei tirato giù dalla metro e ne discutevamo meglio. Niente, in questi giorni c’è proprio qualcosa che non quadra. Le uniche interazioni con il mondo esterno sono di questo genere, insomma. E allora fanculo e io domattina presto me ne parto per Genova e Cervo, focaccia, acquario, mare, foto, e a voi vi lascio a dare spallate a chi resta.

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