del non invidiare nessuno, per una volta

Sono giorni un po’ così. Dove si respira un po’, ma proprio poca, primavera nell’aria; o forse è solo per i sensi che si sono risvegliati, dopo molto tempo. Dove le cose vanno come sempre, il lavoro mi piace come sempre, mi innervosisco come sempre, ridiamo molto alle macchinette come sempre. Sono giorni che portano valige a casa mia, e un paio di pantofole e uno spazzolino nuovo; ma non come se fossero pantofole degli ospiti e spazzolino degli ospiti; piuttosto come se gli spazi di uno da un po’ di giorni fossero – o dovrebbero, ma ci stiamo lavorando – gli spazi di due. Dimezzati, ma (e quindi) più caldi. E io rido tanto, spesso, sorrido, e se non si vede è perché sto pensando di sorridere. Anche quando sono nervosa, anche quando sono stanca. Sto andando a vedere una mostra con i colleghi, poi mi vedo con jd. E oggi sono felice nonostante la serata di ieri, nonostante il male per cose diverse, nonostante tutto, perché per una volta dire a qualcuno che quando sono in quello stato di umore del dopo litigata io da sola non sono in grado di uscirne, è servito davvero a qualcosa; è stato più di un sasso buttato in acqua.

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