serate
Ma sì, alla fine è andata anche questa serata. Andava meglio se rimanevo a letto, invece di uscire, ma alla fine è andata e ho recuperato la mezz’ora di cyclette saltata con una bella salita lunghissima per raggiungere la macchina. Eravamo in uno di quei posti assurdi; lungolago, fighetti a perdita d’occhio, chili e chili di trucco ammassati su facce larghe, tirate e ultralucide; nel caso mi fossi persa per un attimo l’idea di moda del momento, ecco la carrellata intorno alla pista da ballo: sembra vadano molto shorts (nemmeno tanto short) e stivaletti – che con sto caldo, solo loro san come si fa a metterli; poi le classiche cinturone e i classici brillantini ovunque. Resa l’idea del posto, passo all’idea delle persone: due tizi sconosciuti che non sapevano ordinare una birra (« due birre » disse al barista; alla domanda « come? » ecco uscire lo sguardo sbarrato tipico dei coglioni di fronte a qualcosa più grande di loro « intendo: piccole, medie, .. » « ah! grandi, grandi! » « medie? » « sì sì medie ») e io detesto il sorriso storto e lo sguardo sarcastico che non riesco a togliermi dalla faccia quando assisto a queste scene; dicevo, questi due, poi una ragazzotta (di cui mi ero ripromessa di ricordare il nome ma … aihmè; non so tener fede a queste promesse) inutile, la ele e la sara. Sìsì, la mia sara. Quella con cui ho passato più un anno intero della mia vita insieme, giorno e notte; quella con cui stasera non c’è stato nemmeno il più impersonale dei ciao. E dire che ignorarsi in un gruppo di sei non è così facile. Usciamo dalla pista da ballo, tia li perde di vista, non li troviamo più; alla ventesima chiamata e decimo giro dell’intorno, rispondono finalmente ma cade la linea; le chiamate successive tutte a vuoto, a parte una – linea caduta, buttata giù volontariamente – non è dato di saperlo. Segue decisione – interrotta da qualche bah circa certi comportamenti allegramente evitabili – di alzare il culo e portarlo al più presto lontano da fighettolandia e diretto nella calda, accogliente e silenziosa macchina (prima) e casa (poi, che sarebbe adesso).
Che serate, ragazzi. Da leccarsi i baffi.
E dire che stasera volevo provare l’ebrezza di vedere qualcuno di diverso, di immergermi nella folla. Per vedere l’effetto che fa.
be’, mi sembra che l’ "effetto" tu l’abbia provato. magari non un bell’effetto…
Mettila così : ora conosci meglio quello che NON ti piace