evasioni e fantasie
è che non riesco a riunire abbastanza idee per un pensiero coerente
con tutti questi pensieri
di sottofondo
Ho tanta fantasia, e questo è un dato di fatto. Non la fantasia giusta, quella per scrivere belle storie o inventarmi ambientazioni per bei disegni, niente fantasia artistica. Cioè, sì, vabeh, un pochino. Forse nel bricolage. E nell’arredamento.
Fattostà che molte delle mie fantasie e delle mie abitudini derivano dai telefilm. Involontariamente, spesso assorbo: e così giro la testa quando penso, come J.D., immagino scenette, come Ally.
E poi ci sono quelle fantasie. Quelle che a parere mio tutti dovrebbe avere, per rendersi meno realistici e aiutarsi così a osservare la realtà più oggettivamente. E questo è un discorso lungo che non ho ancora approfondito con me stessa.
Quindi io ho la mia coda. Anni e anni, con questa coda. Ormai mi sembra davvero di sentirla, mi da fastidio quando viene pestata (sempre, praticamente, visto che gli altri si ostinano a non vederla e non considerarla). Conosco chi ha la fantasia di vivere nel suo personale Truman Show. Io le trovo abbastanza costruttive, quando non diventano presenze proprie e di conseguenza in un qualche modo ingrombranti. Come quella che sto cercando di scrollarmi di dosso in questo periodo: la fantasia, comunissima, di non essere di qua. Che questo non sia davvero il mio mondo e le persone che mi sembrano sempre così strane non siano davvero la mia gente. E così alle volte sogno che Will Smith mi raggiunga e mi chieda se ho mai notato che quando sono triste piove. « Sì, ma è così per tutti… » « No. Piove davvero perchè tu sei triste. ». Non per niente ricordo ancora la battuta di un film visto una sola volta anni fa. E così finalmente sorriderei e direi che l’avevo sempre saputo, sperato.
Sta diventando controproducente. Non riesco ad ambientarmi, non posso guardare telegiornali o leggere giornali. Faccio fatica anche a guardare i film. Tendo a piangere e a passare notti a chiedermi i perchè di mille azioni, di mille comportamenti, di mille persone. Da quando ero piccola, osservavo me e i miei genitori, e non capivo perchè pur essendo uguali, pur essendo stata cresciuta ed educata da loro, i miei valori morali siano diversi. Perchè non mi sia stato trasmesso il fastidioso razzismo cui ho sempre assistito chiedendomi « perchè io non penso queste cose? ». Perchè?
Questa fantasia di non essere semplicemente fatta delle stesse molecole sta diventando una sorta di evasione. Al contrario della coda, che non mi fa evadere da nulla, questa fantasia sta tentando di indorarmi la pillola e mettere a tacere la voce che chiede di capire il perchè vero.
2 commenti
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Stavo per farci un post, in questi giorni, su come mi sento di un altro pianeta. Forse lo scriverò. Ma forse il mio blog non parla d’altro, in effetti…
O forse non è che noi non siamo adatti al mondo, è che questo mondo non è adatto a noi: è diventato sempre meno umano.
Ora, molti uomini ci si adattano, cioè, accettano di diventare meno umani. Altri no. E finiscono per sentirsi diversi, sbagliati, magari, fuori posto. Invece…
Insomma, mi sa che è una faccenda complessa… comunque viva la diversità.
Guardando gli altri anche io ho sempre pensato di essere fatta di una pasta diversa. Spesso mi sono sentita superiore, migliore. Altre volte peggiore, ma di sicuro mai uguale agli altri. Mi sono sempre chiesta se ci fossero persone che pensavano le stesse cose di loro stessi. Una ne ho trovata… sei tu. Altre ancora credo di averne conosciute (ma non ho mai sentito fare dichiarazioni esplicite). A questo punto penso di non essere poi tanto diversa dagli *altri*, se gli altri sono persone come te.