domenica

Il soffice velo bianco che copre e abbraccia ogni cosa, che sembra
neppure il rumore riesca a trafiggerlo, inizia a diradarsi per far
posto a campi di neve immacolata, in cui fili d’erba ingiallita
tracciano arabeschi ignari. Il sole pian piano cede il rosso fuoco che
lo colora al fiume e ai rivoli d’acqua su cui passo, tingendoli come
fossero tele bianche da impregnare di colori ad olio, e la nitidezza
del suo contorno ai raggi, che mi sembra quasi di veder crescere
luminosi per toccare ogni angolo di cielo, finchè non brillano a tal
punto da dover distogliere gli occhi per riappoggiarli sul libro che sto
leggendo.
Un
senso di malinconia, dovuto al progressivo allontanamento da cio’ che
amo è acuito, invece che alleviato, dalla vista delle cime delle amate
e familiari montagne innevate che si avvicinano nel corso della mia
obbligata fuga dalla felicità.
E’ tutto perfetto questa mattina,
ogni orario, ogni rumore e ogni odore, e i muri sembrano irradiare un
calore insolito. Perfino il ragazzo strabico seduto di fronte a me, che
insiste nell’alimentare una conversazione su argomenti casuali, non si
scoraggia alle mie monosillabiche risposte, alle volte espresse
semplicemente da impercettibili cenni della testa, mentre gli occhi
rimangono incollati sull’inchiostro nero delle pagine che sembrano non
voler scorrere, oggi.
In strada, in mezzo al silenzio, qualche
grossa macchina rallenta all’avvicinarsi di un incrocio, e posso
intravedere all’interno dei finestrini coppie di non più giovani
sposini che si accingono a trascorrere la giornata al lago, o in
montagna o semplicemente dai suoceri. Il sole ora sembra riesca anche a
scaldare, se si sta attenti a trattenere il respiro e non muovere
nemmeno un muscolo.
Ecco l’ultimo mezzo che mi porterà fino a casa,
nel silenzio più assoluto. Di fronte al portone, sui gradini della
chiesa, signore di mezza età avvolte in pellicce costose comprano uova
di pasqua avvolte in carta ben poco sobria dal banchetto allestito
questa mattina prima della messa quotidiana.
Sembra tutto perfetto,
silenzioso e calmo, tutto emana spirito domenicale puro che niente
potrebbe scalfire e che i gridolini dei bambini che arrivano in
oratorio possono solo aumentare.
Niente potrebbe sbiadire questa sensazione di festa … a parte il fatto che io oggi devo lavorare.

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