del non pensarci

Dovrei ordinare casa, pulire, magari preparare dei dolci. E invece m’è venuto un gran malditesta e una gran voglia di vedere Kill Bill a ruota da Jackie Brown. E mentre faccio il mio giro wikipedia – sito – tumblr – gmail – gtalk, le parole si fondono un po’ l’una con l’altra. E un certo peso si fa sentire un po’ di più, quel peso che di solito aiuta a restare con i piedi per terra, che a volte invece sembra voglia farti sprofondare. E’ la scatola che sta lì, sempre chiusa, quella con le parole non dette perché era troppo tardi, perché era troppo presto o perché non ne ero capace. Quella delle cose non fatte, perché era sempre il momento sbagliato, o perché ero io sbagliata nei momenti giusti. Sono tante, e con il passare degli anni sono molte più queste che non le parole e cose che vorrei non aver fatto. Perché se tanto sai già che qualcosa finirà come rimpianto, o come rimorso, allora preferisco sia rimorso, perché i rimpianti hanno una scia che brucia tutto quello che hanno intorno. Ma non è che uno faccia meno male dell’altro.

2 commenti

  • efraim ha detto:

    Ma perché non ne dici un po’? Ci sono cose che è meglio saper dopo, piuttosto che non sapere mai…

  • diego ha detto:

    quanto hai ragione. La scatola diventa uno scatolone e poi scopri dentro che ci sono altre scatole più piccole, che riesci nel tempo a gestire solo se ne prendi una alla volta in mano. Se le prendi nel suo insieme …. è un disastro totale. buona serata

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