dei ritorni (ahimè)

Manca un quarto d’ora alla fine di questa prima giornata lavorativa e io vorrei già fosse l’ultima.
Quattro giorni di ripresa non sono bastati, stamattina alle 11 il mio stomaco piangeva implorando un pancake, uno solo, perfavore, solo un pezzettino, il malditesta non mi lascia da tre giorni e sembra che la mia testa abbia smarrito da qualche parte la chiave per la porta, ben lucchettata prima di partire, della stanza "cose da fare" e del corridoio "voglia di farle".
La vacanza è stata perfetta. Dodici ore di viaggio, e al ritorno altre dodici di scalo, tre di treno, una di macchina, mezza di autobus, sono valse la pena; saremmo ripartiti il giorno dopo, se avessimo potuto. Ho 88 foto ufficiali, per ora, da postare, 5 alla volta. Abbiamo portato a casa mezza valigia di souvenir, durian incluso (facendoci beffe del divieto di portarlo negli hotel). Ora torno a Biella a smaltire i residui, ancora, del fuso orario.

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