delle stranezze e delle mani morte

Questa mattina, nel tragitto dalla fermata di Garibaldi a quella di Cadorna, in metropolitana, avevo davanti due tizi (intendo, in mezzo ad altri due milioni). Saimo tutti e tre rivolti verso le porte che si apriranno alla prossima fermata, ovviamente. L’occhio sale dal giornale che sto leggendo perché noto un movimento. Eh sì, non è che le sta appoggiando la mano sul culo come fanno la maggior parte dei gentiluomini qui in metropolitana quando accompagnano verso il lavoro le fidanzate nei loro tailleur. Glielo sta proprio palpando. Mah, magari ho visto male. Ecco che ricomincia, lì, a ravanare. Nell’assoluta intimità di una metropolitana alle 9:00 del mattino, i gusti sono gusti; strana coppia comunque. Fermata Lanza. Lei scende, nemmeno si gira, lui si rimette la mano in tasca e rimane fermo così com’è. Ero talmente confusa che sono scesa alla fermata sbagliata.

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