delle notti in giapponese sottotitolato

Ieri sera arrivata a casa ho acceso la tv e impostato lo spegnimento automatico, come al solito. Poi ho messo rai tre, fuori orario – cose (mai) viste. Io guardo questa trasmissione da quando andavo alle medie, è incredibile. Allora era più tardi e registravo. Videocassette da 240 minuti, che iniziavano a registrare troppo presto, perché i film erano sempre in ritardo, e mi perdevo tutti i finali. Non che fossero film in cui perdersi il finale significava qualcosa; sembravano perlopiù esperienze oniriche; o forse ero io che ero meno cosciente. Qualche settimana fa ho trovato un film allucinante, che ho lasciato solo perché in giapponese; il giapponese è una lingua bellissima con cui addormentarsi. Giapponese e brasiliano sono due lingue che adoro ascoltare per ore, solo per il suono che fanno. Ieri sera invece ho trovato l’altra parte della guerra di cui ho tanto letto in questi mesi, la II guerra mondiale vista dall’est. Per un attimo, ho pensato di mandare un messaggio a qualcuno che qualche giorno fa mi aveva giusto detto che gli interessavano queste storie, ho pensato « che coincidenza ». Poi ne ho guardato un po’ e poi ovviamente sono crollata dal sonno. Questa settimana avrò cose da scaricare, tanto per uscire un po’ dal circolo vizioso degli acclamati dalla critica in cui sono entrata negli ultimi anni.

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