del non sapere qual’è il limite da non superare

E dopo gli urli circa fottuti punti interrogativi in Cadorna, presumibilmente con intorno svariati colleghi di svariati livelli, dopo il ritorno a casa macinando con i denti fin quando non fanno tutti male, dopo la rassegnazione al venerdì sera latte, biscotti e tv, io continuo a ripeterlo. Vaffanculo. Ma mica a lui, ché a lui quello che dovevo dire l’ho detto, quello che dovevo e anche quello che non era necessario e perfino quello che non volevo. No, è un vaffanculo a me, ripetuto, ripetuto alla nausea. A me che mi aspettavo cambiamenti. A me che quando, dopo aver detto che io avevo commesso degli sbagli e volevo rimediare, ho fatto finta in modo eclatante con me stessa di non notare che lui in tutta risposta diceva che c’erano stati sbagli di coppia, a me che ho fatto finta di non sapere a cosa si riferisse. A me che mi ritrovo sempre e comunque con qualcuno che mi dice che il mio (mio, cristo!) problema è che mi fido troppo degli altri, che mi aspetto troppo dargli altri, e io rispondo anche, cretina che non sono altro, lo so. E lo so. Ed è una lezione che non imparerò mai, perché ad imparare una lezione del genere io mi sveglierei domani e mi chiederei: e adesso? Adesso, a cosa cazzo serve svegliarsi la mattina, adesso che sono scesa a quest’ultimo patto del non aspettarmi niente da nessuno? Se non servono loro, gli altri, e certo nemmeno io, che senso ha tutto questo? E allora, a quel punto, questa inutile strada perde tutti i suoi bivi di colpo (…).

4 commenti

  • efraim ha detto:

    A prescindere dalla scelta delle persone – che è estremamente importante, perché ce ne sono di meravigliose e meritevoli, anche se rare – ti posso dire che è da tanto tempo ch ho imparato a non aspettarmi davvero niente dagli altri, neanche dai meritevoli, raggiunta una certa conoscenza della natura umana; tantomeno ad aspettarmi di veder riconosciuti davvero i miei impegni o addirittura d’essere ricambiato in modo corrispondente. Ma questo mi ha aiutato a trovare eccome un senso, un valore, e una felicità altrimenti impossibili: non aspettandomi nulla, tutto quello che viene è un dono (e avviene molto di bello, da parte di molti), così come tutto quello che faccio diviene un dono disinteressato e perciç stesso, più interessante e gratificante innanzitutto per me…

  • enne ha detto:

    Condivido il pensiero di efraim perchè piacerebbe anche a me comportarmi in questo modo e mi riprometto che prima o poi sarà proprio così..ma purtroppo non è facile, almeno per quanto mi riguarda, specialmente quando si parla di persone importanti (amici e non)..

  • Plopi ha detto:

    Quanto mi fa paura a volte rispecchiarmi così tanto in certi post! Tutte le volte mi dico "basto a me stessa" e poi ci ricado sempre

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