dei giorni che iniziano bene


Stamattina ho chiuso la scatola per cupcakes – che è poi una normale scatola adibita da me a quello, ma con un coperchio fighissimo – con dentro le mie 15 creazioni e l’ho portata in ufficio. Ora ne rimangono 3, tra i quali il mio preferito.
Stamattina mentre mi dirigevo dalla macchina alla stazione ho trovato per terra una cosa familiare. Una settimana fa mi ero, accorta arrivata in ufficio, di aver perso la coda di un orecchino, quello di legno che avevo preso alla solita Sagra del Cavolo un po’ di tempo fa, uno dei miei preferiti. Ed eccolo lì, imperterrito, perfettamente in mezzo al marciapiede, che chiede solo d’essere raccolto e ricongiunto all’altra sua metà. C’è stato un momento in cui tutte queste sfacciate fortune mi stupivano, un momento anche lungo; ora ne rido, perché è talmente irreale da poterne solo ridere. E vantarsene
Stamattina ho dimenticato di mettere una maglia non scollata per evitare che si notasse – e tempo dieci minuti già era stato notato – il segno che ho sulla spalla.
Stamattina sto ancora pensando all’altra sera, e a questa che verrà. E al fatto che dopo 24 ore ancora non sento la necessità di starmene un po’ da sola, se sono con lui, l’« ex quasi amante », il « stiamo praticamente insieme », il « stiamo vagliando soprannomi da utilizzare nel blog ».
Stamattina a Milano c’è il sole, fa caldo e il cielo è blu, alla faccia di chi sostiene che qua è sempre grigio. E sono sicura che se salgo sul terrazzo sopra il palazzo si vedono anche oggi le montagne.

Stamattina mi sembra una buona mattina.

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