sogno di latta, soldi soldi

Sono ormai quattro anni e mezzo, cinquantacinque mesi, che faccio i conti ogni giorno con questioni di soldi. Mantenere me e i miei vizi non è esattamente la cosa più facile del mondo, considerando che, ad esempio, preferisco non mangiare per due giorni piuttosto che non fumare; ci sono stati mesi in cui a metà mese i soldi erano finiti e il resto era tutto un arrabattarsi come meglio si poteva, riso bianco, pane, inviti a cena, lunghi aperitivi, locali che a mezzanotte fanno pasta gratis, credito al bar dell’ufficio. Insomma, non mi è mai mancato niente in modo effettivo, ma quanta fatica, per non far mancar niente. E ora, che ne ho d’avanzo (non che prenda uno stipendio da dirigente, anzi, ma il problema di arrivare a fine mese non mi sfiora affatto, visto che il mio regime di spesa è ancora registrato sul vecchio stipendio – buonissima cosa), non so cosa farci a parte quel paio di sfizi che mi volevo togliere: rinnovare un po’ l’armadio, comprare un pc che non facesse il rumore di un boeing durante e dopo l’avvio, vacanza – a questa ci penseremo. Più che non sapere cosa farci, perché dopotutto so cosa farci quando non mi servono (metterli da parte sul mio bel conto arancio inutilizzato per tutto questo lungo tempo), mi sembra di avere come un vuoto. Alla fine, cercare di trovare e far bastare i soldi è un modo come un altro per occupare il tempo e la testa. Mi toccherà cercarmi un altro hobby.

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