l’avvocato delle cause perse
Parto in quarta con le spiegazioni, parole, parole e parole e mi strapperei le dita a morsi; ricaccio indietro le lacrime mentre la tentazione di farlo è fisicamente tangibile, mentre mi strappo pezzi di unghie e di pelle e digrigno i denti. Perché mi detesto, perché ogni mattino, ogni minuto, ogni secondo, ogni volta mi ripeto nient’altro che « lascia perdere », nient’altro che « non discutere », perché anche se adesso sembra che lasciare questo mucchietto di parole incomprese sia una cosa orribile e inconcepibile, tra poco, tra un po’, me ne dimenticherò e quindi vedi che lo so, che discutere è inutile?
Ma non riesco a bloccarmi, è una dipendenza fisica con reali crisi d’astinenza, quella da discussione.
E ha sempre avuto ragione mia madre a chiamarmi avvocato delle cause perse.
5 commenti
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Un po’ di pensiero positivo Anija, lo so, facile da dire, difficile da fare.
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Anche mia madre mi ripeteva sempre la stessa frase. Grazie del passaggio, passo anche io di qui e non potevo andare senza lasciare un’esile traccia.
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credevo di avere un metodo infallibile per superare la "voglia" di discutere…uscivo e mi davo allo shopping. a distanza di anni mi rendo conto che a furia di lasciar perdere…mi sono persa!…persa l’occasione di vivere alle maldive ad esempio, con tutto quel che ho speso! avrei fatto meglio a discutere di più…anche se delle cause perse, fare l’avvocato rende comunque!
baci, gaia.
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anche a me chiamano lavocato dele cause perse
sai quante volte mi ripeto questa frase – louis lascia perdere-?
e quanta frustrazione rimane dentro?
credo sia un atteggiamento congenito – io credo nel potere della parola e mi convinco che sia così anche per gli altri –
Purtroppo no – e ci si rode dentro.