fuori luogo

Dovrei tendere alla felicità. Sommando tutte le cose che formano la mia vita al momento, otterrei un risultato felice; amo la mia casa, mi ci trovo bene nonostante sia passato già un anno; quando torno a casa, la sera, salendo le scale o dentro l’ascensore sento un odore che arriva dall’infanzia e che mi riempie polmoni e cuore di sensazione di familiarità, e questo mi fa stare benissimo. Con *lui* le cose vanno più che bene, è tutto perfetto come l’ho sempre immaginato, se non di più; e la nostra storia va bene anche con me stessa, nessun’ombra di conflitti interiori, di sensazioni soffocate, di cose non dette; e il senso di stabilità della nostra relazione mi riempie di serenità. Il lavoro va alla grande, per quel che riguarda me; non che entrino più soldi, questo mai. Ma ne sono soddisfatta al 100% e ne sono completamente appagata, la maggior parte del tempo.
A parte quei momenti di sconforto in cui mi sento un fallimento completo, mentre scrivo il mio cv, per esempio, e vorrei avere mille esperienza in più da scrivere; o quando vedo qualcuno, amici, conoscenti, nel mio stesso campo che raggiunge gli obiettivi che io mi proponevo.
Tutto sommato, però, è tutto molto bello.
Eppure tendo all’infelicità. Per questo stupido senso di inadeguatezza, per questa assurda sensazione di goffaggine che ho ogni volta che sono in mezzo agli altri, estranei e semi-estranei. Per questo cercare di stare zitta il più possibile, perché ogni volta che parlo mi morderei la lingua perché mi sembra di aver detto qualcosa di stupido, di banale, o con il tono sbagliato, o fuori luogo. Mi sento sempre fuori luogo. Posso dimenticarmi la sensazione per un secondo, ma poi eccola che arriva di nuovo, nemmeno strisciando, ma proprio piombando, e mi fa cambiare posizione perché improvvisamente mi sento in imbarazzo. E’ come andare perennemente in giro con una macchia enorme sulla maglia, o in pantofole. Ogni volta che guardo in faccia un’altra persona io noto solo sguardi di pena rivolti a me, di imbarazzo per me. Nessuno si avvicina, e la sensazione è che sia proprio per queste sensazioni che scorgo negli sguardi altrui. *lui* sostiene che la maggior parte di queste cose siano paranoie. *lui* dice che non crede che estranei o semi-estranei pensino questo di me. *lui* dice che non sono goffa, che non parlo a sproposito. E una parte di me gli riconosce ragione; ma forse è solo una parte di me che desidera disperatamente dargli ragione, perché l’alternativa di cui l’altra parte di me è convinta è davvero brutta.
Insomma, vorrei non dover più interagire con il resto del mondo, in generale. Anche una serata al solito pub, con il solito amico, diventa un dramma se nello stesso locale c’è qualcuno che semi-conosco; vado in panico quando lo vedo arrivare per salutarmi e mi sento una perfetta idiota per giorni per come gli rispondo, per come parlo, per quello che dico. Sto bene solo quando sono sola, con *lui* o con il solito amico. Tutto il resto, ora come ora, non sono proprio in grado di affrontarlo.

5 commenti

  • Silvietta ha detto:

    Penso che *lui* abbia ragione: anche se qui dal blog non posso conoscerti "di persona", non mi sembri una persona fuori luogo. Mi sembri solo il classico essere umano tendente all’infelicità che riesce a crearsi dubbi e problemi anche quando non sarebbe necessario…Come in una continua auto-analisi di te stessa, della tua vita, delle tue relazioni.

    Lo sono anch’io. Cerchiamo di sopportarci! L’importante è che in qualche sprazzo di lucidità e serenità tu riesca ad apprezzare quello che sei, quello che fai, quello che hai.

  • psiche ha detto:

    Anche io mi sono sentita così per tanto tempo, poi all’improvviso da 2 anni sono rinata e sono diventata molto più sicura di me stessa. Era tutto quello che mi serviva per stare bene con gli altri. Poi continuo comunque a non essere super estroversa con gli sconosciuti, a non sopportare certi aspetti del mio carattere, e ad essere profondamente insoddisfatta, ma questo fa parte di me.
    Per quel che può valere, una che scrive e ragiona come te non è possibile che dica solo cose fuori luogo, te lo assicuro.
    E per tutto quello che hai ottenuto, solo con i tuoi sforzi, io ti ammiro davvero ed è questa l’impressione che mi dai.
    Non pena, nè imbarazzo, nè goffaggine.

  • Sachiko ha detto:

    … Sarà una cosa banalissima e inutile da dire (!) ma …
    Mi sembra di leggere me.

    Hai espresso perfettamente come mi sento a volte io.
    Mal comune mezzo gaudio?

    Sarà, però è proprio .. tipo deja vu! o.ò

  • lapitzi ha detto:

    ho presente questo genere di sensazione.
    per quanto possa valere, io ti dico che a me sembri assolutamente perfetta, e adorabile.

  • H_Seldon ha detto:

    Io di certo non lo so come sei. Ma…

    L’anima ha delle spie, come il cruscotto dell’automobile. Se si accende una spia qualcosa non va, e bisogna provvedere. Magari si tratta solo di normale manutenzione. Ma se non lo fai sono dolori.

    Il punto è che se per l’automobile esiste un manuale di riferimento, per l’anima non esiste nulla del genere, e allora bisogna un po’ arrangiarsi.

    *Io* dico che dovresti lavorarci, su queste tue sensazioni. Probabilmente dovresti rivedere l’immagine che tu credi gli altri abbiano di te. E forse anche l’immagine che *tu* stessa hai di te.

    Che tu sia perfetta o no, inadeguata o no, fuori luogo o no, è ininfluente.
    La realtà è dentro di noi, non fuori.

    Per il resto, sentirsi inadeguati è proprio delle persone intellettualmente oneste, sensibili e critiche.
    Forse questo è un punto di partenza.

    E in ogni caso… sai cosa diceva Hegel, no? Tesi… Antitesi… Sintesi!

    In bocca al lupo.

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