la vita va avanti

E così la vita va avanti (nel senso che prosegue, ogni giorno – ovviamente). Dopo una visita, una panoramica (di cui, per il ritiro, ho stabilito il record mondiale: 8 minuti netti, tra viaggio, cercare parcheggio, arrivare, ritirare e tornare in macchina), e un’altra visita questa mattina, dopo 40€ di ticket (e io inneggio sempre di più alla sanità privata, che 20 euro per salutare il medico e stare stesa su un lettino per 10 secondi netti mi sembra veramente una frode) finalmente si è scoperto perchè uno dei 4 denti del giudizio che stanno disperatamente cercando di uscire (a metà mascella, però) da più di due anni mi fa decisamente troppo male. E’ orizzontale. Se ci fossero altri denti che devono crescere, a questo punto ne deduco che mi crescerebbero forse sul braccio, o su una gamba. (vedi allegato per capire cosa intendo con orizzontale).
La vita va avanti, e *lui* dopo aver studiato, studiato e ancora studiato, è riuscito a passare quell’esame per cui si è impegnato nelle ultime settimane. Finalmente. Ed è di un piccolo passo più vicino alla laurea, quindi più vicino alla libertà, ad una vita normale (non sub-normale come quella degli studenti, imho), e sopratutto allo stage  finale (che ha un nome, che ovviamente non ricordo) che probabilmente farà qui vicino.
La vita va avanti, i bambini crescono, e pare anche le pile di piatti da lavare e la polvere da pulire. Sembrano avere davvero una vita propria; per la polvere è normale, essendo universi a sè stanti con l’aspetto di batuffoli di soffice materiale grigio. Per i piatti, in effetti, rimango un po’ più stupita. Peccato che dopo averli lavati invece che essere duecento ritornano ad essere 12. Boh.
La vita va avanti, alcuni pagamenti arrivano, altri faticano, i provider delirano con messaggi tipo « non dipende da noi, le suggeriamo di contattare il suo provider », l’ultima bolletta fastweb era meno della metà delle solite bollette, con una quantità di – decisamente superiore ai + (che dio mi benedica, quando ho mandato quella raccomandata di disdetta), le rate della lavatrice sono quasi finite quindi l’inizio della palestra si avvicina, scopro semrpe ulteriori dettagli sulla posizione economica dei miei, per cui mi sono inutilmente preoccupata tanto, ormai ho quasi ogni giorno la loro seconda "macchina" e mi chiedo quando decideranno a comprarsene una nuova e lasciarmi quella specie di carcassa (che anche se parte solo con l’aria tirata al massimo, le frecce non si tolgono da sole, il riscaldamento si attiva solo al trecentesimo kilometro consecutivo, è rigata ovunque ed ha evidentemente una brutta forma di dipendenza da benzina è pur sempre un veicolo).
Tutto qui, insomma. Alcuni giorni piango, per stronzate; ma anche no. Altri giorni sono felice per un 18 altrui. Oggi, ad esempio, sono felice.

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