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ho letto tutto febbraio di vita a etemenank con un plaid di pile a riscaldarmi nello studiolo troppo freddo.
mi chiedo come diavolo faccia spamo a non decidere di mollare tutto quando legge certi commenti completamente inutili.
sono la cosa che odio di più.

da un certo lato, quando faccio certi post da diario, sono dispiaciuta che arrivino un centesimo di commenti rispetto ai post guidati ai commenti o ai post di cazzate.
dall’altro, sono felice che vengano risparmiate parole inutili.

non era di questo che volevo scrivere.

ho la testa vuota.
la sensazione dopo che ho letto qualcosa che mi piace.
il mio cervello chiude la porta con il classico do not disturb e rimane li a rimuginarci.
con certi romanzi per giorni.

il cervello se ne va e rimango sola dentro questa fronte troppo alta, sola con la mia coscienza e i pensieri stagnanti. quelli che dopo un po’ si staccano dalla realtà e dal pensiero e rimangono lì. perchè non detti, perchè non risolti, perchè dimenticati.

quelle cose che poi diventano frasi mugugnate ogni tanto, sempre le stesse, così, tanto per.
come un "si tanto il mio pc è stato relegato di là" quando sono incazzata e vien facile attribuire il tutto al fatto che questa non è la mia stanza e questa è la mia casa e il mio computer dovrebbe stare al calduccio e nel colore e nell’ordine, al freddo al bianco e al disordine dovrebbe starci l’ultimo arrivato. Anche se ha uno schermo 19” e i film sono più belli, anche se la notte si possono abbassare le ventole per rendere il rumore più flebile, anche se è più comodo lavorarci e per lavorare si dovrebbe stare di là. Se qualcuno non dovesse allenarsi a counter strike. Allenarsi? Per un gioco?
A volte credo di essermi persa qualcosa nel viaggio dagli 0 ai 20 anni.

Vado a mangiare, che tanto non riesco a scrivere quello che vorrei.
C’ero quasi, avevo la mia bella pila di parole nella testa, costruita in ben 3 ore e 13 di isolamento, ma night è entrato a chiedermi se andavo a mangiare ed è caduto tutto.

Quando ho tempo la reimpilo e ci riprovo.

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