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le malvestite

Oppure Lush (sito), per dire. Chi non si è lasciata abbindolare almeno una volta da quelle paste di pongo con le erbette tritate, dai panetti di paté che si squaglicciano a toccarli col dito, dalle sfere col mirtillo dentro che se le butti nell’acqua fanno frizz frizz. E a proposito, sarebbe da indire una petizione perché le commesse Lush riscuotano un beneficio previdenziale per ogni anno lavorativo passato là dentro, come per gli operai che hanno lavorato a contatto con l’amianto. L’unica volta che ci son capitata io, ne sono uscita che non ci capivo più niente e vedevo parate di elefanti rosa.

Sarà colpa del progetto iperfemminile a cui lavoro, grazie al quale mi ritrovo a stare a stretto contatto con più malve di quanto l’amata Betty Moore possa immaginare, ma a me, questo blog, piace ogni giorno di più.

bloginizio

Quando ho iniziato a bloggare leggevo già molti blog (certo, non come adesso che uso mille sistemi per non doverli visitare uno ad uno).
Su Splinder si era ancora un numero a 4 cifre e io scrivevo le mie prime cazzate, e leggevo appassionatamente.
Sable(sse), che scrive ancora adesso; madre, cinica, ironica, sintetica; Folliaedelirio, fantastica anche lei; gr0ucho3, un racconto da rileggersi dall’inizio.
Fa un po’ effetto, ecco, ricordarli e ricordarmi in quell’altra scrivania, appena finita la colazione offerta come di consuetudine, mentre leggevo i miei blog quotidiani, i primi ad avermi appassionata. Sono le mie pietre miliari. Vorrei ringraziarli se avessi la minima idea di chi siano veramente.