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dei telefilm notturni

Le cattive abitudini sono le più dure a morire. Mangio, pulisco, faccio tragitti in macchina, organizzo, sistemo, arrivo puntuale a lavoro e mi impegno, profondamente, ogni giorno, a mantenere ritmi di vita normali e poi eccomi, alle 3 del mattino a leggere spoiler online. La televisione in piena notte è un vizio che ho da quando ancora la televisione era talmente elettrostatica da attirarci i gatti contro, grazie al veto sul 90% delle trasmissioni e il poterle vedere poi solo di nascosto: a notte fonda, cioè. Oggi è una giornata così: niente malditesta per la prima volta dal rientro al lavoro, ma poi a casa, nel tentativo di passare semplicemente l’aspirapolvere e nel conseguente momento berserk di pulizia approfondita della libreria e di tutto il suo contenuto ho rotto tutto quello che di vetro c’era (e mai più ci sarà) nel raggio di 20 metri, lasciando anche pittoresche scie di sangue su tutti i vetri prima di accorgermi del pezzo di carne strappato dal dito; e lì ha iniziato a fare male. L’umore è quello che è, ma io ho ancora i capelli rossi e fuori comincia a rinfrescare e prima o dopo tutte le cose si sistemeranno, un pezzo alla volta, mentre arriva l’autunno. Quindi lascio perdere le riflessioni di ogni genere e vado a vedermi un’ultima puntata, giuro, poi a letto. Domani sarà una lunga giornata.

quel tasto dolente, eri tu

Leggo post (bellissimi post) che parlano di autunno. Qua da noi le maglie si vedono da metà agosto, ieri sera ha piovuto e oggi il cielo è meravigliosamente freddo e pulito, e l’altra pressione si vede ad occhio nudo guardando gli impianti sciistici chiari come se si potessero toccare. Stanno tutti tornando alle loro abitudini, ai loro ritmi, io invece me li sto lasciando alle spalle; ieri ho fatto l’abbonamento mensile per Milano. Tra pochi giorni inizierà un mese di treni; 40 treni, 53 ore di treno in tutto. Leggerò, imparerò a fare la maglia, disegnerò, scriverò, cosa farò in quelli che già ora mi sembrano viaggi interminabili? Se non ci fosse il cambio treno a metà strada dormirei volentieri; dovrò comprarmi un lettore mp3, per forza di cose.
Questi sono i pensieri che ho, in questi giorni. E annegano tutti in un assurdo ma comprensibile senso di irrealtà quasi totale. Non rimane quasi spazio per pensare all’autunno, all’autunno a Milano, alla realizzazione di parte dei miei tanti sogni, alle novità. Capita di stare sveglia tutta la notte immaginando quanti nuovi negozi ci saranno in cui comprare cose che ho sempre voluto e che in questa cittadina vecchia e borghese non ho mai trovato, a pensare quanto mi sentirò meglio con me stessa in una città dove esiste una realtà normale e non dove la quasi totalità dei locali, dei negozi, delle persone sono tutti mezzi ereditieri di fortune altrui e quelli che non lo sono vengono sistemati in banca ad ammazzarsi di straordinari per comprarsi la loro 157 e le loro scarpe di Prada. Rimango sveglia intere notti. E io non amo affatto non dormire. Ieri sera, stesa sul letto, avvolta nell’accappatoio, sono bastati pochi minuti perchè non sentissi più quasi nessuna parte del mio corpo, come se galleggiassi sul pelo dell’acqua. Sono esausta.