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seghetto alternativo e gatti vampiro

Questo weekend siamo andati a prelevare la mia nuova, personalissima macchinina, gentil concessione di quel prete che per tanti anni ho maledetto; a dimostrazione che le cose ritrovano sempre il loro equilibrio, basta aver pazienza. Certo, passare a miglior vita e lasciare in eredità una macchina che viene poi regalata a me non basta dal mio punto di vista a ripagare tutti gli effetti che la sua presenza in certi momenti della mia vita ha causato, ma forse io non sono obiettiva. Già che eravamo lì abbiamo preso da mia cugina le chiavi della sua futura ex casa in cui passeremo un tranquillo – e si spera decisamente rigenerante per un po’ tutto – fine settimana al mare con tappa all’acquario di Genova; se no, che compleanno sarebbe? E sarà poi il terzo compleanno che passiamo così, tra focacce e pesci colorati, e questo sta ad indicare che io e *lui*, tra alti, bassi, nulla e troppi, siamo sulla stessa strada da più di tre anni.
Intanto, abbiamo anche iniziato (abbiamo è un parolone: "lui fa, e io guardo" rende forse di più l’idea) a tagliare il piano della cucina, muniti di trapano con punte per il legno (io credevo fossero tutte uguali) e seghetto alternativo, che sono certa popolerà i miei peggiori incubi, con immagini di lame che si spezzano e si conficcano in occhi, tempie e mani, trucidandoci sul balcone di casa, rimanendo agonizzanti in pozze di sangue da cui berranno i miei gatti trasformandosi i vampiri. Urge trovare lo scatolone in cui ho messo il sonnifero.

varie

L’acquario ormai non ha più necessità di assistenza se non occasionale né io ne ho necessità nell’assisterlo. A parte cibo ogni tanto, bottigliette di coca cola a far da impianto della CO2 e qualche cambio/aggiunta d’acqua quasi direttamente dal lavandino, il resto fan tutto loro; nuotano, mangiano, strisciano, puliscono fondo e vetri, alimentano le piante, fan figli che crescono e sostituiscono i vecchi genitori deceduti. Se penso alla quantità di manuali che *lui* ha sapientemente scovato e letto e mi ha fatto leggere, con valori di ph, kh, nitrati, nitriti, tipi di filtri, temperature, modalità di cambio dell’acqua mi sembra incredibile.
Abbiamo preso una nuova gattina. Il nome è ancora in fase di scelta, io punto a *mica* e lui a *betty*, lei intanto non risponde a niente e zampetta qua e là saltellando come un coniglio e sbattendo il musino ovunque, anche sul gattaccio nero che soffia e ringhia appena la vede. Si abituerà. L’uno o l’altra.
Il lunedì è iniziato malissimo, peggio non poteva essere: senza sigarette, in stazione troppa coda per comprarle, alla seconda stazione venti minuti dopo nonostante la fraudolenta T di tabacchi non vendevano sigarette e ho dovuto aspettare ben 3 ore dal risveglio prima do poter aspirare della più che corroborante nicotina. Dopodiché, arrivata in ufficio, mi sono resa conto di aver lasciato la chiavetta del caffè a casa. Profonda disperazione.
Ciononostante, esattamente alle 10:40, sono riuscita a risolvere l’annoso dilemma che da settimane ormai teneva con il fiato sospeso oltre a me tutte le altre persone dell’ufficio: perché PHP installato su IIS6 con database SqlServer2005 non funziona come dovrebbe e si pianta? In questa settimana ho testato tutti i possibili metodi di collegamento ai database, testato circa una decina di macchine differenti, installazione in locale e in remoto, cluster e non cluster, campi text o varchar. Per poi scoprire che bastava cambiare due path e installare PHP come CGI e non come modulo ISAPI.
La stanchezza avanza imperterrita, venerdì sera invece di uscire mi sono addormentata sul divano mentre si giocava a chi vuol essere miliardario (vabeh che il gioco è noiosissimo di per sé, però …), mentre stanotte alle 2:20 mi sono alzata per accendere il pc che si era spento con lo spegnimento automatico. Ancora non riuscivo a dormire. Parla bene chi, quando con aria afflitta notifico che mi devo alzare alle 6:20 di mattina (io, che prima arrivavo a lavoro bellamente alle 11:00) dice « vai a dormire prima »; fosse facile!
Mia madre ha comprato tre copie di Cosmopolitan. Uno l’ha inviato a mia zia, uno se lo tiene in casa e uno in macchina che non si sa mai. Spero non ci sia mai un articolo superiore alle 5 righe con il mio nome scritto su, tremo al pensiero di immaginare quale potrebbe essere la sua reazione. Mi ha fatto ridere (amaramente, ma sempre ridere) la sua risposta al « adesso la smetterai di lamentarti del lavoro che faccio? » « ma io non mi sono mai lamentata, anzi! » (certo, e io non ricordo più in là di cinque giorni, certo).

Ormai visto il poco tempo, mi riduco a fare questi post riassuntivi un paio di volte la settimana. Eeh, non è più il blog di una volta.