del lago d’orta, delle foto
delle pigre domeniche
Sto a casa ad aspettarlo, sveglia dalle 9 di questa mattina per fare colazione con lui. Ho già pulito e lavato la cucina, che ora è lustra dal lampadario, passando per i vetri, fino al televisore. Ammiro i miei gatti che quando sono raffreddati non è che starnutiscono in giro, no, lo fanno sempre davanti a un vetro: uno specchio, un’anta, una finestra, la tv. Sono già riuscita a slogarmi una spalla e a ustionarmi il collo con la caffettiera e la sigaretta che ci si è spenta contro mentre mi cadevano in testa tre barattoli, pieni. Questa era la pausa tumblr prima di continuare a fare la donna di casa, ché una volta finito ho uno dei nuovi film da guardare mentre bevo latte e stiro, anche se paradossalmente le cose da stirare sono veramente pochissime. E niente, a me piacerebbe passare un weekend assieme in uno di questi mesi, ma devo dire che le domeniche così, con le veneziane alzate, il sole tiepido, la partita di calcio nel campo qua fuori, lui che mi chiama per avere un po’ di compagnia, le domeniche così sono qualcosa che non si può spiegare.
domenica
Ho concluso la domenica reggendomi a qualunque cosa mi tenesse in piedi per il mal di schiena fuori luogo ed inspiegabile che ho anche oggi (ma meno), un palmo devastato dalla mia foga nell’avvitare viti che non volevano avvitarsi, un bernoccolo vicino al sopracciglio causa anta aperta, problemi serissimi d’equilibrio e mali sparsi qua e là. L’avevo comunque iniziata con malditesta e un po’ di malumore (svegliarsi grazie a un frullatore che va da mezz’ora non è esattamente il risveglio domenicale che preferisco) ed un pianto singhiozzante di mezz’ora per niente.
Quindi, almeno la fine non ha rovinato niente, vedendo com’era l’inizio.