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se malati, gli uomini si lamentano di più.

Un articolo del City di ieri, accuratamente ritagliato, plastificato ed inserito nel portafoglio, riporta la sconvolgente e finalmente autoritaria notizia che tutte noi donne già sapevamo ma non potevamo dimostrare.

[…] la novità è che a dirlo non è più solo l’esperienza femminile ma un sondaggio condotto dalla rivista per uomini Nuts. Secondo l’indagine il 64% dei maschi dichiara di aver sofferto di una malattia respiratoria virale, lo scorso inverno (contro il 45% delle donne). Ma oltre ad essere delicati di salute, gli uomini si rivelano anche bisognosi di convalescenze più lunghe: minimo tre giorni, contro le 36 ore delle donne. L’82% degli uomini, inoltre, crede che il modo migliore per far passare la febbre sia riposarsi a letto; mentre il 65% delle donne pensa che sia utile mantenersi attive.

Eccolo, nero su bianco. F-i-n-a-l-m-e-n-t-e.

city time

Stamattina leggevo il mio solito City.
Lo preferisco agli altri due o tre giornaletti solo ed esclusivamente per le recensioni. Lo leggo perché è gratis e il viaggio è lungo. Desto la rubrica degli sms. Ogni volta che ci capito vorrei non leggerla, ma è più forte di me; devo vedere con i miei occhi fin dove si spinge la stupidità umana. Se il 50% di chi manda questi sms risparmiasse quei pochi centesimi che servono solo a imbrattare una pagina di idee talmente idiote da rivoltare lo stomaco, talmente intrise di ignoranza, stupidità e grettezza da far ribrezzo il city sarebbe certo più piacevole da leggere.
La domanda di oggi era circa la famiglia, relativa alla notizia bomba « in Italia c’è un divorzio ogni 4 minuti ». La domanda era « la famiglia è in crisi? ». Ed ecco che arrivano in massa gli sms a sostenere che è tutto una merda perché adesso la gente non vuole più fare sacrifici e si lascia alla prima difficoltà. E’ vero, sì, è vero che si è più restii a sopportare le difficoltà e questo è senza dubbio un male, un’evidente sintomo di come l’essere viziati, l’avere tutto e semplice sia diventata la comune realtà invece che una rara eccezione. E’ però anche vero che la vita, per una donna single, ora è vivibile mentre prima era impensabile (già trovare lavoro era quasi impossibile, mentre oggi è solamente difficile), quindi, se la relazione non va che c’è di male a starsene da soli? Almeno però si è tentato. Ma chi elogia la caparbietà delle famiglie di una volta si è mai chiesto quanto possa essere bello, da 1 a 10, vivere in una famiglia dove i genitori non si sopportano, spesso non si parlano, ma non divorziano perché – non sia mai! – il matrimonio è un contratto irrevocabile?