è solo un blog

i'm a fountain of blood in the shape of a girl

del solito tran tran

Da due settimane siamo di nuovo nel grigiore e nel freddo della periferia invernale di Milano, con i nostri camion che fanno manovra sotto casa e gli aerei che ogni tanto sentiamo partire.

I tre mesi passati sembrano così lontani da sembrare ormai pochi giorni, mentre la velocità con cui ci siamo riabituati a casa ci fa sembrare di non essere mai partiti. Ma nonostante una prima settimana di sdegno e disperazione, il tappeto sotto di noi va avanti e noi, da bravi piccoli automi, avanziamo con lui. Il weekend è stato super produttivo, con molti lavoretti in casa che attendevano da molto finalmente completati, molte visite a case in vendita, una sessione di shopping sfrenato per ripagarmi dei tre mesi senza (che poi non è nemmeno vero ma facciamo finta che lo sia), un inizio di giardinaggio per goderci il primo sole di primavera e pure una festicciola per il rietro.

Insomma, niente di nuovo all’orizzonte. Se non che forse abbiamo trovato una casa che ci piace. Shhht.

del buon tacere

Da un articolo su Repubblica, mi colpisce una frase: “Alla sera ogni tanto mi guarda e dice che è stufa di respirare“.
Poche parole che mentre leggo sento molto, molto vicine, e che comprendo più che bene. So perfettamente cosa vuol dire esser stanchi di respirare, desiderare che smettere di farlo fosse sufficiente per non dover più pensare ad altro.

«se la pensi così allora ammazzati»

«dici cazzate solo per fare scena»

Potrei fare un elenco infinito di quello che mi sono sentita dire, in questa vita, da persone più o meno (ma spesso più) vicine ogni volta che si è entrati in discorsi relativi all’attaccamento alla vita e ho espresso i miei sentimenti, più o meno approfonditamente.
Persone intelligenti, persone sensibili, persone anche particolarmente attaccate a me, che d’improvviso prendono tutto il buon senso che hanno e lo buttano nel cesso per dare una risposta aberrante a qualcosa che, semplicemente, non possono capire. Credendo di avere l’aberrazione davanti, invece che dentro, e non comprendendo che non tutti nascono, crescono e mantengono lo stesso attaccamento alla vita della “media”.

E allora sono qui a dare un consiglio che dovrebbe essere seguito da tutti: se non hai mai avuto un momento nella vita in cui ti sei riconosciuto nella frase qui sopra, non esprimerti. Se proprio devi esprimerti, pensa che davanti hai una persona che sta male, o che comunque non prova le tue stesse cose, senza per forza essere stupida, pazza, mitomane.

dello stalking

Sono circa due mesi che ho smesso di fare la stalker. Mi ci sono dovuta mettere proprio di punta con me stessa, inizialmente avevo anche cancellato l’account che uso per farlo, ma poi mi serviva per lavoro e l’ho riattivato, ma ho comunque resistito. Congratulazioni a me.
Questa cosa mi fa sentire una merda con me stessa. Lo so, lo so che dovrei smettere di pensare a persone ormai andate, che ho allontanato io stessa, e soprattutto che non dovrei gioire per le loro disgrazie – che è il motivo per cui sono una stalker – ma tra il dire e il sentire passa veramente molto. E quindi una volta al mese mi sono sempre fatta un giro sui vari account di ex, ex di ex, madre, ex suoceri. Un’attività del tutto inutile, visto che nessuna di queste persone (a parte ex di ex) pubblica praticamente mai nulla, e anche se gli capitasse una disgrazia non ne scriverebbe e io non ne gioirei, quindi a che pro? Non lo so. Devo avere qualche tarlo da qualche parte che m’ha smangiato via i neuroni della logica di queste dinamiche. L’unico modo per tenermi alla larga è pensare alla vergogna se e. se ne accorgesse per sbaglio, o alla vergogna che ho provato le poche volte che è venuto fuori da sè l’argomento.

Tutto ciò si va ad aggiungere ad una lista di cose per cui vorrei capire, e non da sola visto che in 40 anni non l’ho capito e niente, è chiaro che non succederà mai, ma con qualcuno*, se e come posso migliorare un po’.

* sì, ma chi?