di qualcos’altro
Ci dev’essere qualcos’altro, pensavo. Deve esserci qualcosa in più della casa, del lavoro, del mutuo, dei soldi, del cellulare nuovo. Di tutti gli oggetti che non faccio che comprare, perché passo le giornate a lavorare per guadagnare soldi che se alla fine non uso fanno crollare ogni significato per cui lavorare. Ci dev’essere qualcosa al di là dei vestiti, delle scarpe, dell’essere belli per chi si ama. Qualcosa al di là dei sentimenti imposti dalla società, dell’autorealizzazione, delle amicizie sincere, dell’amore vero, dell’anima gemella. Del passare il tempo, del farsi l’amante, dei figli, del guadagnare più soldi, del conoscere cose nuove. Della ricerca di se stessi, e di dio, e di se stessi in dio. Della felicità, della serenità, della stanchezza per dormire la notte. Il nostro corpo non può usare tutte queste energie per respirare e tenerci in vita solo per permetterci di sorridere ogni tanto, di provare a dare un senso a qualcosa senza senso, è come una corsa, una gara sfiancante, senza che nessuno abbia mai visto il traguardo. Non so nemmeno se sto andando nel verso giusto, o se l’ho già oltrepassato, perché certo non lo riconoscerei neppure.
Ci dev’essere dell’altro, pensavo. Vorrei trovarlo, vorrei cercarlo, vorrei sapere cosa cercare, da dove iniziare.
3 commenti
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E’ questo che mi è sempre piaciuto di te. La profondità di cui sei capace, e come sai tirarla fuori, descriverla. E’ bello sapere che non la perdi, che cresce con te…
Me lo chiedo spesso anche io, cosa c’è sotto. Devo ancora capire se sono io che non sono abbastanza intelligente e/o sensibile da vederla, o se proprio non esiste, è proprio solo tutta una corsa sfiancante con un traguardo mobile. Meglio credere che ci sia, comunque, altrimenti dove si trova la forza?