Pappardelle al Ragù di Cinghiale

Devo anticipare che nonostante le mie origini piemontesi (per farvi capire: un giorno ho trovato un cellulare, l’ho restituito, e come ringraziamento m’han dato un fagiano – con tutte le piume ancora) e tutto il parentame famigliare sia dedito alla caccia, a me la selvaggina non piace. Per i miei gusti sa troppo di selvatico, ma io mangio a malapena il vitello, non faccio molto testo.
Fattostà che l’ultima paranoia di jd era il ragù di cinghiale, ne parlava ogni giorno (nemmeno fosse stato un paio di scarpe!) e abbiamo dovuto porvi rimedio. Quindi ecco qua, la ricetta della prima volta – magari verrà perfezionata in futuro, ma direi anche no, che ci accontentiamo anche del solito caro vecchio ragù.

INGREDIENTI

  • Carne di cinghiale (ma va?)
    Noi l’abbiamo comprata congelata, alla coop. E l’abbiamo trovata solo in Piemonte, io non ci avevo mai nemmeno fatto caso che vendessero la selvaggina congelata.
  • Cipolle
  • Vino rosso
  • Passata di pomodoro
  • Spezie, soprattutto alloro
  • Acqua calda
  • Pappardelle

PREPARAZIONE

Il giorno prima di procedere, il parentame mi ha fornito tutta una serie di consigli su come si cucina la selvaggina:
– Va tenuta due ore dentro un contenitore sotto un filo d’acqua fredda corrente, così com’è: cruda.
– Va tagliata e poi messa in una pentola, come per farla rosolare. Appena butta fuori il liquido/grasso/non fatemici pensare, va scolata. Questo procedimento fa fatto almeno 4 volte.
Tutto questo serve per far andare via gran parte del selvatico, che renderebbe la carne praticamente immangiabile.
Avendo noi comprato quella surgelata, abbiamo saltato tutto il processo allegramente (per la faccenda del liquidi abbiamo provato, ma non è venuto fuori nulla).
E niente, si fa come se fosse un ragù. Praticamente stesse dosi (meno pomodoro, per esaltare un po’ più la carne), si fa soffriggere la cipolla (con a scelta sedano e carote che a me non è permesso aggiungere), si fa rosolare la carne, si sfuma con il vino rosso e quando è asciutta si aggiunge la passata di pomodoro (o la polpa, o i pelati, come si preferisce). Jd ha fatto cuocere il tutto 7 ore, dopodiché non ha più voluto sentir pronunciare cinghiale per una settimana.

Le pappardelle si comprano (la pasta fatta in casa è uno step per cui non sono ancora pronta), si buttano in abbondante acqua bollente salata – ma andiamo, sapete tutti come si fa la pasta. Si aggiunge il ragù. Si mangia

(appena possibile, cioè quando le rifaremo – che tanto abbiamo congelato 4 barattolini – arrivano le foto :D)

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