dell’insoddisfazione che striscia

Stiamo bene. Si litiga ogni tanto, ma sarebbe abominevole non farlo. Ci siamo incontrati per la prima volta a Capodanno del 2005. Ci siamo incontrati di nuovo, cresciuti ed entrambi soli, in un’altra città, poco dopo Capodanno del 2008. Abbiamo iniziato alla grande e dopo un mese eravamo ai ferri corti. Un anno di tira e molla, l’estate da single, altre persone, e poco prima di Capodanno del 2009 ci siamo incontrati. E da lì, siamo rimasti. Due anni e mezzo di relazione, di cui uno e mezzo funzionante. Conviviamo, ufficialmente, da ottobre 2009 (9 mesi). Abbiamo 27 (io) e 28 anni (lui). Io ho i miei difetti, lui i suoi, ma mi stanno bene così. Non ho nessuna intenzione di mettermi alla ricerca di qualcuno di più perfetto per me, come invece ho sempre pensato nel resto della mia vita; perché sicuramente persone più perfette  in giro ce n’è, ma non perfette per me.
La prima questione è la casa. Appurato che vogliamo un futuro insieme, appurato che continuare a buttare via 560€ di affitto al mese è  ridicolo; appurato che il mio lavoro è più che stabile, il suo è ben remunerato e abbastanza stabile, il passo di cercare casa è automatico. Eppure siamo ancora qua dopo mesi. Nonostante l’ultima casa fosse perfetta, per me, e per lui avesse l’unico difetto di non essere più vicino a Milano di adesso (sapendo però l’impossibilità di trovare case nuove più vicino a prezzi quantomeno pensabili). Io vorrei che la casa avesse o un giardino, o un bel terrazzo, oppure vabeh, mi accontento. Questa ha un terrazzo enorme. Lui invece vuole il giardino, vuole la casa nuova ma finita perché non possiamo permetterci di pagare l’avanzamento lavori, con l’affitto, vuole che sia in determinati paesi, vuole che sia perfetta. Io capisco che si inizia a pensare al meglio e poi le aspettative si riducano un po’, soprattutto dopo tutto quello che vedi in giro. E invece no, anzi. Qua sembra che si alzino. E a me sembra tanto che, semplicemente, nessuna casa andrà mai bene. E non per via della casa.
La seconda questione è il matrimonio. Che differenza c’è tra la nostra situazione e l’eventuale situazione da sposati? Nessuna. Io vorrei sposarmi, e non c’è una risposta a un eventuale perché. Lo vorrei perché sì, perché è una cosa che desidero, non posso farci assolutamente nulla. Lui ogni volta che l’argomento viene fuori, inizia con una serie di scuse ridicole, che cambiano di volta in volta: non ha senso sposarsi e restare a vivere qui a casa tua (e questa non vale più, visto che stiamo cercando di cambiare); non ho i soldi per l’anello da 3.000€ che sicuramente vorrai (??); è difficile organizzare un matrimonio (come se gli uomini organizzassero mai), non ci sono i soldi (ma ci sono i genitori), anche organizzare la luna di miele è un casino (?!). Finite tutte le scuse – che io non voglio convincere a nessuno, ma non riesco a non rispondere a stronzate di questo genere – viene fuori dicendo che a lui non interessa molto, in realtà, sposarsi, e lo farebbe forse solo quando si aspetta un bambino. Ora, messo in chiaro che nel secondo caso io probabilmente lo lascerei perché non intendo fare una cosa del genere nemmeno sotto tortura, il mio dubbio è: se davvero non t’interessa, e sai che invece a me interessa molto, che ti costa? La risposta è tanto palese quanto triste. Gli interessa, ma evidentemente non ora, non con me, etc. E io non posso fare a meno di vedere le coppie di amici: ci sono quelli che non si sposerebbero mai, e sono d’accordo, e sono felici. Ci sono quelli che non l’avresti mai detto, e poi l’hanno fatto perché entrambi ne hanno sentito il desiderio contemporaneamente. Poi ci siamo noi, quelli sbilanciati. Desiderare, sentire qualcosa che l’altra persona non desidera o sente è semplicemente triste.

6 commenti

  • gmz ha detto:

    se posso permettermi… per una donna il matromonio è visto in un certo modo e molto spesso questo “modo di vedere” non è lo stesso degli uomini.
    per la casa posso dirti che puoi tranquillamente segargli le braccine, visto che se l’abitazione che hai visitato soddisfa una buona percentuale delle aspettative attese, non vedo perchè continuare a cercare… e cosa poi??
    evitare le topaie e gli appartamenti al 356° piano senza ascensore, questo si… ma cosa cerca di più??
    che ti posso dire? se son rose fioriranno! ^___^
    se ti può “consolare”, tanti miei amici convivono e hanno parlato di matrimonio solo dopo qualche anno…

    e se ti rileggi hai già la risposta in quello che hai scritto:

    “Non ho nessuna intenzione di mettermi alla ricerca di qualcuno di più perfetto per me, come invece ho sempre pensato nel resto della mia vita; perché sicuramente persone più perfette in giro ce n’è, ma non perfette per me.”

  • efraim ha detto:

    Una considerazione di carattere generale mi pare valere in tanti ambiti: se c’è squilibrio non c’è equilibrio e, se non c’è equilibrio, non c’è possibilità di mantenerlo tale.

    Un mio svolazzo forse del cazzo, ma con te mi permetto di parlare certo che non ti suggestioni: tanto il matrimonio, quanto la casa, sembrano opzioni che puntano a stabilizzare situazioni. Non ho idea se sia il vostro caso, assolutamente, ma da come lo descrivi sembri proprio suggerire che il vostro sia un rapporto dove c’è chi è disposto a spendersi e chi no nel produrre una maggior sinfonia, nel senso di accordo dinamico. Se fosse questo, sarebbe brutto non poterla produrre. Ma c’è eccome la possibilità che non sia questo (conosco parecchi uomini, fra cui il sottoscritto, per cui vivere e amare una donna e farci famiglia e superare insieme anche le divisioni ha valore, mentre il matrimonio è indifferente, ma di quell’indifferenza tipo per me è battezzare mio figlio: non pensiate che possa far nulla io per favorirlo; non lo impedirò, ma di sicuro non ne sarò l’artefice… se poi vorrà lui, un giorno, che è un po’ come per altri dire “se un giorno ci saranno figli da tutelare”). Non voglio difendere nessuno, ma per quel che è la mia esperienza ci sono molte situazioni complicate anche nel rapporto con la casa, per stare a quel di cui parli, ma si farebbe lunga a parlarne. Insomma, può anche essere molto bello. Bello complicato, che è come dire vero e perciò bello davvero.

    Anche uno squilibrio colossale in superficie è un’inezia e genera archivolte ardite e meravigliose se l’equilibrio strutturale è profondo. E viceversa, naturalmente. Naturalmente dipende anche da ciò cui si dà peso.

    Non ti conosco se non di straforo e lui per nulla, quindi è chiaro che queste mie considerazioni di carattere generale possono anche non adattarsi affatto alla vostra situazione; sono solo quelle che mi ha suscitato il tuo post, che ha anche generato una bella voglia, speranza, auspicio di felicità per te in voi.

  • Vale ha detto:

    Quando conosco persone più giovani (20-25 anni) sposate, a volte, sono tentata di chiedere a lei come ha convinto lui e a lui come mai si è fatto convincere. Perchè la norma sembra quella che descrivi tu e che vivo anche io e chi ho attorno: le donne sognano il matrimonio per svariate ragioni, anche futili se vogliamo (tipo indossare un vestito che mai più nella vita ti capiterà), mentre gli uomini lo ritengono inutile.
    “Prima facciamo dei figli” e la mia risposta è “prima sarò sposa e poi sarò mamma, non si discute, voglio sposarmi magra, senza che i miei figli assitano, voglio fare il viaggio di nozze senza chiamare a casa per sapere come stanno e poi voglio anche fare la sposina spensierata per un po’, dopo di che sarò pronta ad essere madre, ma se non ti muovi quel giorno ormai sarò troppo vecchia per avere figli”.

    • anija ha detto:

      La mia risposta è: se non ti muovi, gente pronta a sposarsi più si va avanti e più ce n’è (perché a un certo punto anche all’uomo scatta una qualche molla di urgenza – penso per non rischiare di rimanere solo, più che altro), non faticherò molto a trovarne uno

  • Pico ha detto:

    Ieri ho lasciato un commento che faceva intravedere la mia personale (tutto sommato felice) situazione familiare/matrimoniale. E ti facevo una domanda circa il tipo di professione che ti porta a momenti di stanchezza, che capitano ma visti da dentro e sul momento hanno un peso diverso per tutti.
    Sono tornato qui per gli indizi sul tuo lavoro…ma mi hanno incuriosito gli altri post. Alla fine, il lavoro sì, è certo importante e per diversi- sia maschietti che femminucce- diventa anche luogo della realizzazione personale anche più dei sentimenti. Il luogo della fiducia in se stessi.
    Poi ci sono alternanze, inevitabili, e i valori e le priorità si rovesciano in continuazione.
    Questo per dire che…il post mi piace, e se descrivi tue esigenze e anche incertezze davanti alle reazioni di lui, dimostri comunque di vivere una realzione viva, dove si discute. Come donna e come persona quelli che affronti sono temi fondamentali: è giusto che tu cerchi un “patto” che porti a soddisfare quelle che vedi come esigenze fondamentali, e non accettarne uno con compromessi. Le cose che dici spesso portano a pensare che hai un’educazione (e in parte ti sei auto-educata) con un forte senso di praticità. Mettiamola così: in una convivenza matrimoniale (quindi anche con i vituperati “Pezzi di carta”), l’acquisto/scelta del luogo in cui vivere insieme per un lungo periodo, e anche la scelta di avere figli o meno, hanno basi nei sentimenti ma durano anche per una buona impostazione degli aspetti pratici. Secondo me va bene discuterne, è necessario che siate convinti davvero e nello stesso momento.

    • anija ha detto:

      Sei la prima persona che vede il “parlarne” come quello che veramente è: confrontarsi. Tutti gli altri non fanno che ripetere che non dovrei parlarne perché è brutto “convincere” il proprio partner a fare questi passi. Io spiego sempre – ma inutilmente – che non voglio convincere nessuno, ma pare non sia afferrabile come concetto.
      Lui sa più o meno tutto quello scritto nel post. Quello che non sa, e probabilmente intravede soltanto, è la tristezza che a me crea tutto questo argomento; è far leva su questo che porterebbe a un “convincimento” che non voglio.

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