di quello che vorrei

E’ frustrante. Racconto, così come scrivo qua sul blog, e ad arrivare sono ovviamente i dettagli. E’ spiegare l’insieme che non mi riesce; e come potrebbe? Non sono nemmeno sicura di saperlo io, qual’è esattamente l’insieme. Io so solo che c’è una persona che se ne sta seduta sul divano due ore, a guardarmi sapendo che mi sta montando il nervoso, a osservarmi mentre per una sera che siamo a casa presto faccio qualcosa, come aggiustare lampade rotte, non da me, da settimane e fare lavatrici. E no, non è per il non aiuto, non del tutto; è per l’impassibilità, è il vedere quanto poco gliene freghi del fatto che mi sto incazzando. E’ il rendermi conto che dopo un anno torniamo sui soliti discorsi, gli chiedo di fare un bonifico per una serata di cabaret a cui abbiamo deciso d’andare insieme e devo giustificare la mia richiesta. Non è nemmeno per tutti i weekend a lavoro, dopotutto mi ha anche chiesto se potevano creare dei problemi, io gli ho risposto di no, è per l’insieme: tutti i weekend da sola, le sere da sola a guardare i film mentre lui dorme sul divano, non poter organizzare nulla nei weekend liberi perché lui deve suonare. Quando aveva iniziato questo progetto con il nuovo cantante si era premurato molto di dividere equamente il tempo per non trascurarmi senza che io dovessi chiedere nulla e ora, di queste premure, nemmeno l’ombra. E io non imploro più tempo con me, vorrei solo che la persona con cui sto avesse di queste premure, che lo facesse per lui e non per me, di passare più tempo insieme, perché gli va. Anche se poi se ne parla e decidiamo che va bene così com’è adesso. Vorrei che la persona con cui sto (con cui stavo) si preoccupasse di ricordarmi che mi ama senza che io debba implorare, discutendo, per tre giorni. Che se gli dico che per me è finita, la sua prima domanda non sia riguardo lui, riguardo cosa farà lui, quanto tempo avrà, e via di seguito. Non pretendo che si strugga di disperazione e pianga e mi preghi, però vorrei vedere almeno tristezza e non solo indifferenza e silenzio, quando succedono queste cose. Vorrei che per una volta venissi io prima di qualcosa, prima della musica, prima di lui, prima dell’avversione per i fiori. Vorrei che la persona con cui sto mi amasse abbastanza dal volermi fare delle sorprese ogni tanto, delle stupidaggini. Vorrei che la persona con cui sto apprezzasse quelle che io faccio a lui, anche se sono delle stupidaggini, giusto per ricordargli che mentre me ne stavo per i cazzi miei in giro con altre persone comunque lo pensavo. Vorrei poter ponderare i pro e i contro di una relazione e riuscire a trovare almeno dei pro da mettere sulla bilancia, che invece pende tristemente vuota a meno che io non vada a ripescare ricordi passati.

4 commenti

  • Sylia ha detto:

    ..sai già che la penso e la vivo come te, ma sto capendo che la politica del “tutto per scontato”.. sta prendendo sempre più piede.. quindi cosa bisogna fare? Decidere tra la rassegnazione.. e la rinuncia? Boh..

  • marcella/milo ha detto:

    stavo scrivendo un commento chilometrico quando tu hai pubblicato il nuovo post. Di tutto il blabla che ho cancellato resta valida solo la conclusione: se c’è amore, quello proprio vero, quello per cui guardi l’altro e senti che è la tua vita, nel vero senso della parola, perché ti è impossibile concepire di vivere senza, se c’è questo tipo di amore c’è anche tutto il resto. Quando ci si dà per scontati, l’amore è rimasto da qualche altra parte. Ma la vera notizia non è questa – che è un’ovvietà gigantesca: la vera notizia è che questo tipo di amore esiste. Io ci ho messo più di vent’anni a trovarlo, e l’ho incontrato quando pensavo di sapere tutto e che niente mi avrebbe più stupito. Ma c’è. Continua a cercare.

  • lud_wing ha detto:

    Anch’io ripeto spesso i miei errori, ma velocizzo il tempo di esecuzione.

  • Glendra ha detto:

    Ho imparato che più importante di essere amati a parole è con i fatti. Poi non so, non mi permetto di giudicare ne nulla.

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