delle considerazioni su cosa è andato come

Sbaglierò io, eh. A essere così pressante da pensare che quando si lavora, quando le giornate passano senza nemmeno vederle, un weekend di due giorni sia un’occasione per stare con la persona che si è scelta. Per vedere posti, per fare cose, per tutto.
D’altronde, continuano tutti a farmelo notare. Sbaglierò io qualcosa di fondo. Mi dicono che non devo partire con il presupposto che non ci sia la voglia di vedersi ma il contrario. E io ci metto tutta la mia buona volontà. E per tutta, giuro, intendo tutta. Solo che poi mi sento dire appunto questa frase, quella del « due giorni mi annoiano » – mica tanto isolata, mica tanto fuori dallo schema che si ripropone ogni weekend – solo che questa volta, invece di un’impegno, un motivo, una scusa che mi fa sembrare una despota che pretende di avere diritto di scelta sugli impegni altrui, questa volta non c’è niente; c’è la sensazione, quella che si vedeva bene pure le altre volte, non era così ben camuffata, se ne sentiva l’odore. E allora io cosa faccio? Respiro e immagazzino aria che va a infilarsi nei buchi lasciati dagli ennesimi pezzi di me spezzati con noncuranza. Continuo a usare tutta la mia buona volontà. Tutta. Finisco di cuocergli le uova sode, continuo a cucinare, mangio, finisco di guardare il film che avevo iniziato, mi infilo a letto, non rifuggo le sue mani, rido alle battute, tutto questo nonostante abbia in testa un milione di pensieri che si rincorrono su decisioni che vanno prese perché lasciare che le cose vadano da sè alla deriva è troppo contro se stessi per farlo ancora. Mi sveglio il giorno dopo e il letto è vuoto e io ho un attimo di smarrimento; in casa non ci sono rumori e mi rendo conto che sarebbe così, sempre. La mia salita inizia già alle 8 di mattina. Coraggiosa, io? Io vorrei solo una scusa, un pretesto, per dire che mi ero sbagliata. Anche se non è vero, anche se non lo penso. Voglio solo dire di essermi sbagliata e continuare ad accontentarmi delle briciole, perché preferisco quelle al nulla.

6 commenti

  • efraim ha detto:

    il nulla non esiste. E nemmeno può. Il paradosso sta nel fatto che la maggior parte della gente che conosco esiste meno del nulla. Sarò io che ho gli occhi sbagliati? Non credo, visto che è secondo loro, mica secondo me, quando mi capita di chiedergli… … …

    Le briciole, quelle, sarebbero tutto, se ci provassero invece che rassegnarsi a propaggini del nulla…

  • lordpicchio ha detto:

    discorso semplice quindi compleso. So solo che ad intuito le briciole sono briciole e che con le briciole ci si sazia raramente…

  • Allie ha detto:

    E’ facile parlare non vivendo la situazione in prima persona, ma mi sento di dirti che è meglio il nulla delle briciole.
    Certo, io sono una che è incapace di accontentarsi…

  • wuti ha detto:

    Boh. Ci sono i periodi in cui le stesse persone che si sono accontentate delle briciole, cambiano rotta. E viceversa. E’ quello che chiamano "stato d’animo?"
    Piove.
    Alla fine quando le condizioni meteo migliorano ci ritroviamo a pensare che non siamo mica pollicino e "come abbiamo anche solo pensato di esserlo?".

  • alexn ha detto:

    Chi si accontenta è solo chi non ha voglia di sbattersi a cercare o  aspettare qualcosa di meglio… e c’è sempre qualcosa di meglio… non è da te…

  • Puff ha detto:

    una persona che vuole disperatamente passare un week end con te non ti annoierebbe? anche se ti piace… non è il tempo ma un bisognoso attaccamento  per insicurezza che infastidisce. Almeno… a me e al mio lui ci capita alternamente e l’altro ha sempre la solita reazione di noia.
    Prova a lasciare un po’ la presa e vedi se non tirerarà fuori questa "noia", altrimenti cerca qualcuno più appiccicoso
    (poi potrebbe venire a noia a te XD )

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