delle scelte mai scelte

Mi chiedo perché debba essere tutto così difficile. Perché debba venir qua a tentare di sfogare qualcosa che nemmeno so e bloccarmi pensando a come devo mostrarmi, a cosa voglio che lui sappia di me nel caso passi di qua. Mi chiedo se devo davvero chiudermi tutte le porte dietro e sforzarmi di non scriverne oppure ogni tanto buttar giù due parole che nel caso lui passasse per vedere come sto, sua vecchia abitudine, leggerebbe. Mi chiedo perché riesca ad essere ferma e razionale in una decisione che sento giusta quando ne parlo ed essere completamente irrazionale il resto del tempo, iniziando a trasformare i non tornerà in se tornasse e gli assolutamente finito in se facesse. Perché mi sto costruendo una serie di paletti, quando invece avrei dovuto tirar su una diga. Sto iniziando a constatare che se tornasse, se riuscissi a vedere quell’idea d’amore che non passava dai suoi occhi da tanto tempo, non troverei ragioni per restare ferma sulle mie decisioni. E mi sento stupida e piccola come non mai ad essere qua a sperare, a ideare, a considerare il ritorno di qualcuno che probabilmente di ritornare non ci ha pensato nemmeno un secondo. Lui è lì fuori, con la sua vita, con la sua famiglia, i suoi amici, i suoi nuovi emozionanti flirt, il suo nuovo lavoro entusiasmante e io sono qua senza nulla. Tutto quello che avevo girava così tanto intorno a lui che ora devo ricostruire da zero qualunque cosa; e non sono pentita di aver preso la mia vita e averla modificata così tanto, interiormente ed esteriormente, in funzione di lui, perché era così che volevo viverla e un altro modo sarebbe stato troppo poco, sarebbe stato inutile. Però sono dispiaciuta di aver scelto il momento e la persona sbagliata per farlo, dispiaciuta di trovarmi in questa netta posizione di inferiorità nei confronti di me stessa e di come dovrei essere. Dispiaciuta di non saper trovare nemmeno una briciola di quella forza che si suppone dovrei avere, nemmeno a cercarla sotto il letto.

Poi lo chiamo, mi rendo conto, ancora, e ancora, delle stesse inutili cose che continuano a ferirmi come lame sempre nuove in punti dell’anima che nemmeno ricordavo di avere e vorrei aver scritto questo post su un pezzo di carta per poterlo stracciare, per poterlo bruciare e potermi così sentire meno male, meno stupida, meno inadeguata a tutto questo.

10 commenti

  • Robi ha detto:

    Non è sbagliato sperare in un ritorno, lasciare aperta una porta. A volte i ritorni sono veri e propri nuovi inizi, inizi di qualcosa di serio, stabile, finchemortenoncisepari. Il punto è: dopo esserti resa conto che non era chi pensavi, come pensavi, cosa pensavi, è ancora lui quello che vuoi? Se la risposta è sì, non chiudere a chiave, ma non aspettarlo alzata [perché mi vengono di queste metafore assurde? O.o]
    Baciobaciobacio ♥

  • trentasei ha detto:

    io resto dell’ idea che sia meglio che le tue cose le scriva su un pezzo di carta.. lui lo sa, che se vuole tornare ci sei, non ha bisogno di questo inutile esporsi della tua intimità che spera di riaverlo.

    reagisci ! non abbatterti ma corri ! corri per un po’, e dopo ci sarà tempo per riflettere, e prima o poi dovrai farlo, ma adesso datti un po’ di respiro correndo, lavorando, facendo, lasciando la tua testa impegnata fino a notte, senza aprire il tuo cuore, perlomeno non a lui, non qui.

    Lui lo sa, che se vuole può tornare. Ma non vivere con questa aspettativa, altrimenti non è più finita.

    Un bacio, ciao !

  • efraim ha detto:

    intanto, c’è chi sostiene non senza complicate ragionatissime ragioni, anche se non certamente certe, di aver trovato la prova e la traccia, in qualche buco del nostro cosmo, della presenza reale di ennesimi altri universi… non più visibili per questo e non per questo meno reali…
    La cosa buffa di tutto ciò, rispetto al tuo post, lascio che la scopra tu (non chiedermi, non te lo direi); quella interessante direi pure, ma…

    In ogni caso guardare le stelle e cercare di comprenderne la reale dimensione, fuor di parole, aiuta assai, a provarci davvero e a riuscirci per nulla; ma bisogna provarci…

  • winter ha detto:

    E’ disastroso come le tue parole oggi siano le stesse che ho dentro. Un po’ sto cambiando, per fortuna. Ma io ho diciotto anni da stracciare e, forse, è più difficile e doloroso. Ti abbraccio.

  • tylerdurden ha detto:

    E’ proprio il sentirsi "piccoli" e la sensazione di "inferiorità" che ti dovrebbe dare la forza per chiudere definitivamente ed andare avanti.
    Chi permette l’accadere di una cosa simile non ti merita nemmeno un po’.

    Oddio, questo secondo me, per quello che vale…
    Bacio
    Tyler

  • Jules ha detto:

    Questi sono i momenti più difficili, quando "chiedersi perché" è talmente brutto, che anche i ricordi dolorosi diventano più belli del presente, e nell’angolo più irrazionale della propria persona si spera che torni tutto come prima.
    Ma, come molti, ho imparato che non è giusto nei tuoi confronti – per quanto sia bella e importante una relazione –  costruire una vita in funzione di un’altra persona, o in funzione di un’idea di amore.
    Una cosa che dovresti fare in primis per te stessa, e in secondo luogo per un’altra eventuale relazione (anche fosse per assurdo con lui), è imparare a dipendere solo ed esclusivamente da te stessa.

  • anija ha detto:

    Non parlavo di dipendenza.

  • Jules ha detto:

    Neanche io parlavo di dipendenza, non almeno come l’hai intesa tu. Mi riferivo a questo passaggio in particolare:

    "Tutto quello che avevo girava così tanto intorno a lui che ora devo ricostruire da zero qualunque cosa; e non sono pentita di aver preso la mia vita e averla modificata così tanto, interiormente ed esteriormente, in funzione di lui, perché era così che volevo viverla e un altro modo sarebbe stato troppo poco, sarebbe stato inutile."

    Il passaggio successivo in un certo senso conferma quello che volevo dire:

    "Però sono dispiaciuta di aver scelto il momento e la persona sbagliata per farlo, dispiaciuta di trovarmi in questa netta posizione di inferiorità nei confronti di me stessa e di come dovrei essere."

    Te ne sei resa conto da sola, anche se forse ad una prima lettura non l’avevo compreso appieno e te l’ho voluto suggerire: credo che il modo in cui viviamo la nostra vita non debba dipendere in tutto e per tutto da un’altra persona. E nemmeno ne deve dipendere in parte, se questo causa dispiaceri, rinunce, ecc. perché allora manchiamo di rispetto a noi stessi.

  • mikina ha detto:

    Non so come sia stato possibile, ma non avevo letto questo post. Scegliamo di far ruotare ogni giornata, ogni gesto, soprattutto ogni stato d’animo attorno ad una persona.E’ indescrivibilmente doloroso quando questa persona sceglie di uscire dalla nostra vita. Sembra impossibile ricominciare, senza più quel centro gravitazionale. Le abitudini mancano, la quotidianità manca, manca e basta. E non so proprio come si possa superare, aspettiamo, aspettiamo e speriamo che almeno stavolta il tempo faccia il suo dovere.

  • maxx ha detto:

    metti sulla porta esterna un bel cartello arancione con su scritto, di tuo pugno, cupcakes.
    Non so cosa siano ma hanno l’aria di essere buone.
    Se lui le ha provate, le rivorrà.
    Se non le ha provate, non resisterà.
    In ogni caso tornerà.
    Così potrai vedere che non era questo granché e andare avanti.
    Uno spirito come il tuo non è nato per fermarsi!

    p. s. dopo spero che mi inviti ad assaggiarne uno…

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