serate

La fortuna di incrociarsi all’ingresso del locale mentre sei al telefono con qualcuno: non sei obbligato a scambiare le due parole di convenienza che si dovrebbero scambiare.
E che fa, lui? Viene al nostro tavolo mezz’ora dopo, per recitare una scena patetica in cui io sputo involontariamente pezzi di ghiaccio come il condizionatore della macchina quando è troppo freddo, il mio amico sputa volontoriamente frasi a raffica senza senso per evitare che il gelo s’impossessi di lui e tu dopo un paio di battute ridicole e sorrisetti scemi te ne vai dicendo, a mo’ di battuta, nonostante tutti e tre sappiamo non lo sia « ma che antipatici che siete però stasera ». Insomma, non ci parliamo da mesi, ci vuole un cartello per farti capire che non ho nessuna intenzione di riprendere a farlo? Che l’aver detto una frase, se non cento, di troppo e l’esserti comportato di merda in più fronti della mia vita cercando pure di aver ragione ti esclude dalle persone che mi fa quantomeno indefferenza incontrare? ‘fanculo.

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