biennale

Clap clap clap.
Che donna di saldi principi che sono.
Ho detto tanto « per fortuna non se ne ricorderà » bla bla e BLA e poi mi lascio convincere in nemmeno cinque minuti da tia a mandargli un SMS
« Ma allora andate alla biennale? altre cavolate per non far capire che il motivo dell’sms era quello »
Vanno stasera. Devo mandargli un SMS per dirgli se vado anche io o no.
Partire stasera, dormire a casa di sua sorella e andare a Venezia, che non ho mai visto.
Mi piacerebbe tanto andare alla Biennale. Sì sì. Visitare Venezia, visitare Pavia. Vedere città nuove. Cambiare un po’ aria, proprio quello di cui ho bisogno, visto che è una settimana che all’idea di uscire e andare nei soliti posti sempre mi viene il magone.
Se fosse con gli amici di sempre non esiterei un attimo. Ma stavolta c’è t., che muoio dalla voglia di vedere, e che pensare di stare due giorni con lui mi fa stare bene. Però. E’ imbarazzante. Sono sempre tesa.
Sono poco socievole e ci sono anche Paolo, che conosco da anni ma con cui ho un dialogo tendente allo zero. Le sue due sorelle che non conosco e che sono decisamente persone diverse da me, proprio il genere di persone con cui faccio più fatica a dire anche solo ciao. C’è il ragazzo di sua sorella, con cui incredibilmente sono riuscita a parlare la prima sera che l’ho visto. Tutta gente carina. Percarità. Ma mi viene da rinchiudermi in una bolla di sapone gigante quando sono con questa gente.
Alla fine io non c’entro molto, con loro.
Boh.
Non so.
Che faccio?

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