*lui*

Sabato in ufficio, a recuperare le ore di svacco di questi giorni.
Farò un po’ di straordinari, non pagati ovviamente, la settimana prossima, lo dirò al capo. Purtroppo non riesco a lavorare al meglio con problemi personali di mezzo ma non è nemmeno corretto venire pagata uguale e lavorare meno. No no.

Ho telefonato a *lui*, che non rispondeva al messaggio. Com’era prevedibile, gli sembra inutile vederci, e spedirà la mia roba via posta. Anche la mia coolpix -_-.
Non so, a me sembra davvero sminuente (non so se la parola esiste, ma il significato è questo) chiudere una storia in cui avevo messo così tanto, in cui avevamo messo così tanto, via telefono in cinque minuti. Con me che gli dico che ho dei dubbi, che non posso non notare che il suo carattere è quanto di più lontano ci sia dalle persone con cui mi trovo bene nella vita. Con lui che mi richiama qualche ora dopo e mi dice di non sprecare tempo a pensarci, che se ho avuto tutti questi dubbi in così pochi mesi si vede che qualcosa non va. Con me che rispondo « ho capito », e finita lì.
Sono stata troppo ostinata a voler far andare una cosa che non andava, palesemente. Sono di nuovo stata troppo premurosa per mettere davanti prima il mio bene e poi il suo. A costo di fare sacrifici, ho cercato di far funzionare tutto. Come risultato, nessuno dei due era felice e nell’ultimo mese iniziavo ad avere crisi d’ansia ogni cinque minuti, senza sapere il perchè. Si sono affievolite quando lui è partito per le vacanze. Ora, a parte sporadicamente, a parte stamattina quando l’ho chiamato, non ne ho più. Respiro bene. Non sento più di avere un camion sul petto che non mi permette di respirare. E lui adesso potrà smettere di vivere nell’angoscia come ha fatto ultimamente. Non dovrà più torturarsi pensando che qualcosa non va se ci sentiamo di meno per un giorno, senza rendersi conto che fare così con me significava implicitamente costringermi a stare a casa, per non farlo preoccupare.
Io non lo so. Quando ci siamo conosciuti era una persona fantastica, una persona che dopo tre mesi è scomparsa. E per quanto lui, quando gliel’ho fatto notare, abbia cercato di smussare gli eccessi del carattere, rimaneva sempre il fatto che non era la persona che avevo conosciuto. La persona con cui chattavo e che mi faceva sorridere, la persona con cui sembrava di avere così tanto in comune, quando si parlava, salvo poi scoprire che non avevamo nulla in comune. Niente, dal modo di arredare la casa al modo di prendere le sconfitte, dal modo di affrontare il dolore al modo di esprimere serenità. Io non concepisco chi vive nella malinconia perenne, chi sente felicità solo facendosi del male.
La persona dei primi viaggi in macchina in cui sorrideva sempre – posso contare sulle dita le volte che l’ha fatto negli ultimi mesi – la persona che sceglieva sempre dove andare ed era felice di farmi fare cose che non avevo mai fatto. Non la persona con cui discutere mezz’ora perchè non sa, perchè vorrebbe andar lì, ma non sa se ho voglia, allora non lo propone e aspetta che sia io a decidere, sempre.
Non ho pianto quando ci siamo lasciatoi. Anzi. L’ho presa con sollievo. Eppure ripensare ora alla persona che era *lui* all’inizio, è una cosa che mi fa stare male. Piango rileggendo i post di Novembre. Sapere di aver provato sentimenti che per me sono stati unici per l’ennesima persona che non esiste, è frustrante.

9 commenti

  • maledivivere ha detto:

    non so dirti altro se non che ti capisco… veramente
    anche se un po’ mi identifico in *lui*
    Specie per la tristezza che avevo ultimamente.

  • anija ha detto:

    La prima volta che ho letto i tuo blog … ho pensato fossi *lui* sotto mentite spoglie. Ho letto molti post per assicurarmi non fosse vero.

  • maledivivere ha detto:

    No, non sono *lui* sotto mentite spoglie…
    Anche a me è capitato di vedere blog nei quali pensavo fosse Principessa a scrivere…
    Ma poi i dubbi sono svaniti presto.
    Forse siamo un pochino ossessionati.

  • Silvietta ha detto:

    grazie per l’accesso al blog.

  • anija ha detto:

    # maledivivere
    già

    # silvietta
    grazie a te di leggermi

  • SmilingSoul ha detto:

    e di nuovo, eccoci.. inutile dire che fra non molto smetterai di piangere leggendo quei post di novembre??? e non credo possa essere davvero frustante aver provato dei sentimenti.. li hai provati e mentre lo facevi li credevi dei migliori, quindi inutile ritenerli tale adesso.. è solo una parentesi, forse non ancora chiusa, ma se dovrà essere lo sarà presto.. sei forte Anija, toccherà anche a te essere felice senza rimpianti!!! oh però..   ..sorridi!, che secondo me è ancora la cosa che ti viene meglio!

  • nepia ha detto:

    secondo me, molto probabilmente smettera’ di piangere rileggendo quei post, ma una certa nota di malinconia dei “bei tempi” non penso gliela toglierà mai nessuno

  • papedia ha detto:

    hai ragione.certe storie non si sa perchè finiscono, ma alla fine è solo un modo di non voler sapere.mentre invece se ne avevano i primi sentori da un po’.mi dispiace, ma tu sembri una persona così sensibile e particolare e se non ti ostini a rimpiangere sentimenti e emozioni andate troverai sicuramente una persona che esiste.

  • adrianasmith ha detto:

    Non so se per te vale così, ma io ho imparato a pensare che già il provare certe emozioni è qualcosa di straordinario.. E a gioirne anche se finiscono presto. Ti abbraccio.

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