tempo

La verità è che è difficile (sapere) dire, scrivere, la verità quando non la sai. In verità, quando cuore e mente e istinto tirano un’unica corda in tre diverse direzioni, ti senti davvero sul punto di essere strappata.
Il cuore dice che mi manca. Il cuore dice che non sono capace, non voglio, mettere in un cassetto tutti i progetti e tutti i ricordi insieme. Il mio cuore pensa che molto probabilmente sarà difficile provare per quanlcun’altro quello che ho provato quel primo giorno con lui. Il cuore mi ricorda che l’ho amato, che l’ho amato tantissimo e sono stata davvero felice. Per un po’.
L’istinto mi chiede di fidarmi. Ma forse è un istinto un po’ invaso dal cuore, che alle volte tende a espandersi e trasmettersi anche in campi che non sono di sua competenza. L’istinto dice che forse dovrei fidarmi ancora una volta, anche se poi quando penso questo la testa subentra e mi mostra immagini di donne tristi, depresse, che dopo vent’anni ancora pensano «cambierà». Dovrei fidarmi di quello che lui ha capito, della promessa che da questo punto in poi sarebbe solo felicità, come i primi giorni. Che non deve cambiare perchè ha capito che il problema è che lui non era se stesso. Potrei metterlo alla prova. Un periodo. Tanto è facile vedere se davvero è così o no. Vorrebbe dire niente più paranoie, niente pianti continui, niente tristezza perenne, niente mille problemi quando si deve decidere qualcosa. Ecco questo ha dell’incredibile: io sono il genere di persona che se non le va di fare una cosa dice no e se le va di farlo dice . Lui è l’opposto: se a me va di farlo, allora anche a lui. Altrimenti no. Questo dovrebbe comportare che lui si senta libero di proporre cose, tanto io risponderei sempre secondo quanto desidero e non farei cose controvoglia. Mentre io non riesco a proporre niente, nemmeno un «mangiamo qualcosa?» perchè poi fine pranzo mi dice «comunque non avevo fame». Eppure è il contrario. Lui non fa proposte perchè non sa se ho voglia di fare qualcosa o no. Ma cazzo, ma se non me lo chiedi, come credi di fare a saperlo? Avessi mai fatto qualcosa controvoglia! Poi stiamo parlando con la persona che, a parte proposte oscene tipo bowling, accetterebbe quasi di tutto per il semplice fatto che mi va bene tutto. Vabeh. In ogni caso. Ricominciare e fare ancora fogliettini da crociare e no quando si deve decidere qualcosa vorrebbe dire che non è cambiato nulla. Che era solo l’ennesimo, ultimo tentativo per tenermi lì.
Quindi, so benissimo che potrei ricominciare e «rivalutare tutto dal principio» e so benissimo come fare.

Il problema è che quando ci siamo conosciuti, io lo guardavo attraverso un vetro perfetto, lucido, trasparente, pulitissimo, che rifletteva addirittura la luce e creava tanta luminosità irreale. E’ normale che questo vetro dopo un po’ di tempo si opacizzi, si impolveri un po’, si formino macchioline qua e là. Alle volte anche indelebili.
In questo caso il vetro si è proprio frantumato. Ma come i parabrezza, non ne sono caduti tutti i pezzettini, sono rimasti lì, e ora quello che vedo dall’altra parte è irriconoscibile.
Io so a priori che se ricominciassi ora, anche solo una parola banale, non troppo ponderata, a me farebbe scattare una molla dentro. Che una domanda innocente come "perchè non mi hai più mandato l’sms?" causerebbe senso di nausea, soffocamento, pensieri di prigionia e piani di evasione. Quando invece, se io stessi bene, se io fossi innamorata, causerebbe solo un "ero occupata". Senza preoccuparmi ovviamente di spiegare in cosa e per quanto tempo, e non dovrebbe passarmi per la testa di usare una risposta/scusa "non prendeva" per non dover passare sotto un interrogratorio estenuante. Certo, da parte sua dovrebbe esserci l’accettare la normalissima risposta "ero occupata" senza darci il minimo peso.

Utopia, utopia, utopia.

Io non posso ricostruire un vetro su cui per mesi sono passati camion avanti e indietro e su cui lui ha saltellato allegramente, nel giro di un giorno. Nè in una settimana. Ho bisogno di tempo, quel tempo necessario per idealizzare i propri ex, quello in cui i difetti scompaiono, si dimenticano, e tutto viene avvolto da una patina di perfezione.

E non ho idea di quanto tempo ci voglia, ma ci vuole tempo.

3 commenti

  • Silvietta ha detto:

     da quando gli ex hanno una patina di perfezione?!

  • anija ha detto:

    i miei quesi tutti

  • sailormoon ha detto:

    Le persone non cambiano. E se qualche volta cambiano, lo fanno in peggio, dopo qualche dolore. Te le ritrovi davanti più ciniche e meno spontanee, più corazzate, meno capaci di amare. L’unica è trovare una persona che sia più affine possibile a noi, e poi imparare a conviverci, sopportandone i difetti. Se solo ci si riuscisse. Se solo ci fossero dei parametri di valutazione oggettivi dell’affinità di una persona con noi (qualcuno pensa che il sesso sia un parametro oggettivo di valutazione: sono balle). Se solo si potesse comandare il cuore di innamorarsi di uno piuttosto che di un altro. Ah..

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