carnavália

Você é assim
um sonho pra mim
e quando eu não te vejo
eu penso em você
desde o amanhecer
até quando eu me deito

Quanto l’ho ascoltato questo album. Poche cose sono state così evocative, nella mia vita, da provocare immagini così nette e precise, che tra l’altro è così facile(bello) condividere con *lui*.
Vorrei riuscire a realizzare l’immagine che viene ricreata così bene da queste musiche. Vorrei trovarmi una sera in spiaggia, un gruppo di amici, le ragazze con parei e gonne lunghe e ampie color pastello ed ecrù, i ragazzi con i pantaloni al ginocchio con grossi fiori rossi e bianchi, a petto nudo, a ballare e bere aperitivi, mentre il sole si congiunge al mare.

eu gosto de você
e gosto de ficar com você
meu riso é tão feliz contigo
o meu melhor amigo é o meu amor

Vorrei fosse subito, vorrei fosse ora, ma so che non sarà, almeno per adesso. Ci vorrebbero le persone giuste, il momento giusto, e non ci sono nè l’uno nè l’altro.
L’idea di andare in vacanza, magari al mare, e fare diversamente da quello che sogno da mesi mi demoralizza ancor prima di partire. Credo salterò le vacanze. Per altri motivi, ma sì, anche per questo. Ho paura di (auto)deludermi non vivendo l’atmosfera che vorrei(dovrei) vivere.

e a gente canta
e a gente dança
e a gente não se cansa
de ser criança
a gente brinca
na nossa velha infância

Forse mi sono un po’ stancata del genere di persone con cui sono qui.
Mi sono stancata non delle persone, ma di quello che si fa, delle atmosfere che si creano. E’ tutto troppo realistico.
Pensandoci, mi sono resa conto di non ricordarmi molte cose passate perchè nel momento in cui le vivevo non c’era questa sensazione di realismo. Non mi ricordo di cose dette o fatte, perchè non ci ho pensato prima di dirle e farle. Era tutto così naturale che non ne prendevo nemmeno nota, mentalmente. Come vivere in un sogno, tanto da chiedermi, a rispensarci, se siano accadute davvero o se me le sia solo immaginate. Mancano da tempo queste sensazioni qui. Lo stare insieme fino ad elevare la situazione ad una cosa più astratta.

seus olhos meu clarão
me guiam dentro da escuridão
seus pés me abrem o caminho
eu sigo e nunca me sinto só

O forse mi sono semplicemente stancata del genere umano.
Mentre mi lamento del cambiamento di situazioni, mi rendo conto che tutto dipende più dal mio cambiamento di percezione che altro.
Faccio fatica ad avere la percezione di prima perchè ora vedo tutto, invece che su un bel piano, su un piano inclinato prossimo al far precipitare tutto in un secondo piano che preferirei non sperimentare.
Mi guardo intorno e vedo solo vorticose maschere di carnevale, di quelle colorate pacchianamente che ridono facendo smorfie. Di quelle che di umano hanno ben poco.
Mi accorgo che con il tempo la mia ideologia di essere umano si è elevata, nonostante i fatti dimostrassero che era un ideologia già troppo elevata rispetto alla triste (reale) realtà.
La mia ideologia si avvicina a una personale idea di perfezione imperfetta, nonostante sia sempre più evidente che le imperfezioni sono per lo più difetti che allontanano da un qualunque equilibrio pensabile e auspicabile per un essere umano.

Você é assim
um sonho pra mim
quero te encher de beijos

La perfezione imperfetta tanto decantata in libri, poesie, presente nelle morali dei film, studiata filosoficamente per secoli, in realtà non esiste.
E’ solo uno scudo atto a proteggere gli occhi da cio’ che è troppo triste da vedere.
Siamo imperfetti e basta.
Abbiamo difetti di creazione, difetti basilari, che non si riscontrano in nessun’altra specie vivente.
Vedere una perfezione in questo caos di neuroni che non fanno che scontrarsi è un’ipocrisia.
Siamo esseri umani in stile barocco.

tu sei così
un sogno per me
e quando non ti vedo
penso a te
dall’alba
fin quando vado a dormire
mi piaci
e mi piace stare con te
la mia risata è così felice con te
il mio miglior amico è il mio amore
e ridiamo
e balliamo
e non ci stanchiamo
di essere bambini
giochiamo
in questa nostra vecchia infanzia
i tuoi occhi sono la mia luce
mi guidano nell’oscurità
i tuoi piedi mi aprono la strada
la percorro e non mi sento mai sola
tu sei così
un sogno per me
vorrei coprirti di baci

2 commenti

  • Stefano ha detto:

    La perfezione imperfetta…. La butti sul filosofico, eh?
    Io vedo la perfezione in un caos di neuroni che tendono ad uno degli equilibri possibili, nonostante tutti gli input che gli arrivano. Se non avessi raggiunto un equilibrio non staresti qui a scrivere.
    Più che di difetti parlerei di configurazioni poco stabili. E l’instabilità è il prezzo che si paga per la propria complessità. :*

  • Stefano ha detto:

    La perfezione imperfetta…. La butti sul filosofico, eh?
    Io vedo la perfezione in un caos di neuroni che tendono ad uno degli equilibri possibili, nonostante tutti gli input che gli arrivano. Se non avessi raggiunto un equilibrio non staresti qui a scrivere.
    Più che di difetti parlerei di configurazioni poco stabili. E l’instabilità è il prezzo che si paga per la propria complessità. :*

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