oggi

Niente pranzo per angy, oggi.
Angy ha fame e angy ha sonno, angy vuole andare a casa e mangiare la focaccia scaldata al microonde con l’invernizzina.

Il post di prima in verità è riferito alla mia serata di sabato.
Ho esagerato un po’ con la vodka, per colpa di uno stupido gioco.
Avendo bandito gli alcoolici dalla mia esistenza da gennaio (a parte
occasionali birre e martini) quei bicchieri di vodka in più non sono
piaciuti al mio stomaco ormai "ammorbidito".
E cosa c’è di male? Non ho mai avuto problemi a vomitare, è
semplicemente una liberazione da un peso. Niente sensi di soffocamento
o nausea: io vomito e sto meglio di prima. Tempo fa non avevo nemmno
problemi a ricominciare a bere (ora non oso provare…).
Capita alle feste, da noi. Tutti bevono, tra amici, in allegria,
giocando, e qualcuno sta male. E quante persone ho assitito! E quante
hanno assisito me! Uno scambio normalissimo per noi, si cerca di
sdrammatizzare per non far pesare all’altra persona il suo star male,
si ricorda con un sorriso che l’altra volta i ruoli erano invertiti, e
tutto finisce lì.
Ma rinfacciarlo, dire «non mi è piaciuto ieri sera tenerti la testa mentre vomitavi» è orribile. Sopratutto il mattino dopo.
La sera prima passi finalmente una serata con i tuoi amici, finalmente
una grigliata perchè finalmente è primavera, finalmente ti diverti e
stai tranquilla nonostante accanto a te ci sia una persona che si
prende male se passa una farfalla con le ali storte. E il mattino dopo,
con lo stomaco sottosopra e malditesta, ti ritrovi a dover accudire chi
rinfaccia l’evoluzione della serata e piange (piange!) perchè non si è
affatto divertito. E mica ti incazzi… no. Alla fine lo sbaglio è
stato commesso da me, bastava non andare alla festa, o non bere (in
mezzo a tutti che bevevano). Ma è andata così, ho sbagliato e il
mattino dopo cerco di tranquillizzare questa persona senza azzardarmi a
dire che non è così che si prendono le cose, non si piange per una
serata andata male, non ci si lamenta che non ci si è divertiti se non
si ha nemmeno provato a farlo, non è così che si vive, dannazione.

Poi si chiude tutto in un cassetto.
Se ne parla con gli amici più fidati, tralasciando magari qualche
particolare sapendo che già quello che si dice è sufficiente a dare
un’idea della situazione. Non si posta sul blog perchè lui leggerebbe e
– strano – si prenderebbe male. Non se ne parla perchè sarebbe una
discussione inutile, senza via d’uscita, senza risoluzione.
Si fa un post sfogo come quello di ieri.

Ma poi il cassetto continua a riaprirsi, c’è troppa roba dentro. Forse
qualcosa incastrato in fondo, che quando lo chiudi lo fa rimbalzare
indietro di qualche centimetro e ne senti l’odore delle cose che sono
state messe lì a marcire.

E a questo punto cosa si fa?
Più che continuare a sperare che le cose miglioreranno, non so che fare.

5 commenti

  • nepia ha detto:

    Anche se la speranza e’ l’ultima a morire, sperare che le cose migliorino non e’ secondo me la cosa migliore, perche’ continuerai ad accumulare e accumulare, finchè la diga non cederà e ti ritroverai a riversare tutte le cose passate per mesi in un momento solo.

    e farà male, perche’ guarda caso, ti verranno in mente solo le cose “brutte” che hai accumulato dentro te

  • anija ha detto:
    non è secondo me la cosa migliore

    ma allora qual’è la cosa migliore?

  • otimaster ha detto:

    Datti all’alcool  .

  • wuti ha detto:

    A volte migliorano le cose. Non dico che aspettare in eterno sia la soluzione ad ogni male.

    Dopo un po’ si distribuiscono in giro vari "stop" e vari "non ne posso più" ma fino a che non arriva il momento, sperare nel miglioramento è sempre un obbligo.

    Nel mio caso aspettare ha risolto una situazione che, credimi, fino a due mesi fa, ritenevo irrisolvibile.

    Auguro lo stesso anche a te.

  • Stefano ha detto:

    Se non ci si lascia andare ogni tanto, riesce anche difficile divertirsi… “Pe’ falla corta, pe’ falla breve, mio caro oste portace da beve! ”

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