i ricordi svaniscono
leggo su uno dei blog che ho ammirato di più nonostante ora sia diventato privato (hai privato il mondo di post splendidi a parer mio)
Fa parte delle imperfezioni e delle rinunce della vita umana il fatto che la nostra infanzia debba diventarci estranea e cadere nell’oblio, come un tesoro sfuggito a mani che giocavano, e precipitato in un pozzo profondo.(Hermann Hesse)
i ricordi svaniscono.
è proprio vero.
i primi veri ricordi che ho sono a partire dalle medie, ultimi anni.
gli altri prima sono sporadici.
ho due ricordi dell’asilo. i tulipani nel cortile. il gioco di prendersi la mano destra e io mi preoccupavo di che mano avrebbe preso la mia migliore amica mancina.
uno di quando mi preparavo all’esame per entrare in seconda elementare. una maestra mi seguiva. "cos’è un sorcio?" "è un topolino" "te sei un sorcio! (tono affettuoso)" "cosa stai dicendo??? (mia madre -_-) chiedile subito scusa."
uno alla prima interrogazione di storia. "angelica, non hai studiato?" "come si fa a studiare?" e dopotutto non ho mai imparato.
uno alla prima pagella dell’anno. "ottimo meno di matematica, perchè la bambina non si monti troppo la testa"
un ricordo del primo ragazzo in quinta elementare. e della prima ragazza che me lo portò via, quattro giorni dopo. (da qui deriva, credo, l’odio per gli essere femminili)
il primo computer, e i giochini con il mouse, per imparare il "punta-clicca.trascina".
io credo sia volontario. facciamo posto a ciò che non riteniamo importante per ciò che ritenamo più importante. è una questione temporale, man mano si dimenticano cose, perchè le cose che sono importanti oggi ci sembrano più importanti di qualunque altra cosa di ieri.
no, qualunque no.
ricordo dialoghi interi, parola per parola, di 8 anni fa. ricordo profumi. non ricordo avvenimenti importanti, ne ricordo di futili, ma particolarmente belli.
fa impressione dire 8 anni fa.
8 anni fa facevo prima superiore? mi sembrano passati pochi mesi. ricordo i primi giorni, e vedo la mia evoluzione in un minifilm. in 13 anni non ho fatto nulla, per poi fare tutto dopo. da ragazzina timida, insicura, bruttina, introversa, non simpatica di campagna sono diventata prima la classica 13enne che voleva fare la grande e si vestiva in modo ridicolo. poi truzza, zeppe, micromaglie e jeans blu elasticizzati a zampa. poi nero, capelli di nuovo lunghi, fondotinta chiaro, lunga giacca nera che ho ancora e metto tutt’ora. dopotutto era la sua preferita. e poi … poi adesso. normale.
me stessa, credo.
3 commenti
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Bello questo post, non ne avevo mai letti di tuoi scritti così, allora anche tu ci nascondi il tuo talento letterario.
Se posso fare una battuta, hai evitato le K ma quanto ad abbigliamento non ti sei fatta mancare nulla.
Ciao. -
molto bello il post, l’ho letto solo ora perché sono rimasto un po’ indietro con i mail-post, però veramente… complimenti!!
bella anche la citazione di Hermann Hesse.
la normalità: la vera rivoluzione!