basta.

Prologo:

Due mesi fa, night è stato a casa da scuola e lavoro per una settimana per curarsi il raffreddore, viste le continue ricadute.
Una di quelle sere sono uscita con tia e con lui, davanti a una birra, ho pensato a tutto ciò che mi dava fastidio. E ho capito che mi dava fastidio lavorare otto ore e tornare a casa per scoprire che lui, in quelle 8 e più ore, non aveva fatto niente in casa.
Ma non perchè ho bisogno di qualcuno che pulisca, ce la faccio anche da sola.
Solo perchè non capisco come una persona possa stare 1) a casa un intero giorno 2) a fare nulla. Niente cazzo, niente.

Torniamo ai giorni d’oggi.

Arrivo a casa in pausa pranzo e mentre preparavamo da mangiare gli chiedo
"non hai fatto vero quello che ti ho chiesto stamattina?"
"cosa mi hai chiesto"
"fa lo stesso. Cos’hai fatto oggi? In quattro ore?"
"ho scritto il curriculum da capo"
"poi?"
"poi sono andato in bagno, e poi ho telefonato a quelli dell’EnelGas"
"poi?"
"poi boh, niente, ho messo a posto il pc"
E ieri, cos’ha fatto? le stesse cose.
E lunedì? e maretdì?
Sì, mi ha fatto la bozza per un sito.

La bozza. Una pagina html.

Ma non ero arrabbiata.
Rassegnata e profondamente delusa dalla persona che avevo davanti, ma non arrabbiata.
L’incazzatura è arrivata quando mi ha chiesto di dirgli cosa volevo che facesse stamattina
"ti avevo chiesto di accendere la lavatrice e mettere via i panni stesi."
"eh ma non puoi dirmele al mattino ste cose, poi io me le dimentico!"

Ecco. Si entra in una casa dove ci sono briciole sul tavolo vecchie di giorni, carte di pacchetti di crackers, montagne di piatti da lavare, il cibo della sera prima avanzato ancora sul tavolo, i cuscini delle sedie impilati su una sedia pronti per essere messi, e ci si dimentica che si potrebbe fare qualcosa per vivere un po’ meglio.

Mi incazzo.
Mangio.
Esco.

Alla fermata del pullman, gli invio questo messaggio:
Ti ho detto le stesse cose di due mesi fa, quando sei stato a casa da scuola e lavoro una settimana. Mi avevi risposto che avevo ragione. Era il motivo per cui volevo lasciarti, te lo ricordi? Ora. Io davvero non so che dire. Se stare con te significa fare sta discussione ogni volta, non è una bella cosa. E se stare insieme non è una bella cosa, allora non vale la pena di stare insieme.

Mi chiama, e cosa mi dice?
"non dovresti farmi pesare così tanto una cosa che non faccio. Io a te non le faccio pesare così tanto, forse dovrei"
.. discussioni inutili.

Non ho neanche voglia di scriverle.

Per lui, io sono arrabbiata perchè non ha acceso la lavatrice.

5 commenti

  • Mina ha detto:

    santa madonna…se il matrimonio è la tomba dell amore, la convivenza si avvicina molto alla skizzofrenia pura….maschi fankazzisti…

  • RaggiOscuro ha detto:

    Ogni tanto vengo a leggerte i cavoli tuoi…questa volta mi hai provocato un esagerato moto interno di solidarietà femminile, che mi ha portato a clickare su “un commento”. 
    Tutti uguali. Nascono così e restano così, o regrediscono -.-“. Ho smesso di incazzarmi quando, dopo essere stata trattata un po’ peggio di “male” e aver reagito, mi sento rispondere ” perchè mi tratti così?”…e il mio ragazzo non sente neanche parlare di scuola da un bel pezzo o.O… se ne vale la pena, e spero proprio di sì, ricordati che “sono esseri semplici” e lascia xdere discussioni da sangue marcissimo …solo x vivere meglio  -.-”
    (l’ha detto Miss Permalosa, tanto x  provare a buttar fuori un po’ di marcio dovuto a incomprensioni tra due mondi)

  • VentoDiNotte ha detto:

    Ti capisco benissimo… il primo anno di università vivevo in casa con due che non facevano niente e alla fine, visto che in mezzo allo sporco non riesco a stare, pulivo io… poi il secondo anno, per fortuna, è arrivato un altro che si dava da fare e la situazione è migliorata nettamente…

  • kekule ha detto:

    che bello|mi ricorda un libro mai scritto sugli amori degli universitari fuorisede|sono contento di non essere mai voluto passare di default da una storia così|

  • ZaMM ha detto:

    Ma non ci credo che vai a dire certe cose via SMS…

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