angy è in un periodo no

oggi è il 18 novembre.
Tra 11 giorni sarà il 29 novembre.
L’altr’anno, il 29 novembre era di venerdì. Si festeggiava il compleanno di dory. Ricordo tutto quello che il tasso alcolico di quella sera mi permette di ricordare. Preferirei ricordare di meno.

ricordo il ristorante
ricordo che abbiamo parcheggiato la macchina e abbiamo fatto la salita a piedi per arrivare al ristorante. Abbiamo appoggiato le giacche alle sedie di un tavolino in un angolo e abbiamo salutato chi conoscevamo. Continuava ad arrivare gente, eravamo circa un trentina, sparsi in quella grande sala e nella saletta con il bancone.
Si parlava, si salutava, ci si presentava, si guardavano le persone sconosciute con un po’ di curiosità. Night era tra quelle. Non mi ricordo se quella sera ci hanno presentati o no.

Inizia la cena. Io seduta di fianco a dory, e di fianco a me c’era … chi c’era? Non mi sembra ci fosse lacy … forse luca. Sì, sì, forse luca.
Iniziano i giri di vino bianco e vino rosso. Finiamo il primo piatto che il tasso alcolico già si sente, sopratutto dory, è già morto praticamente.
Finiamo la cena, iniziano a “cantare” al karaoke, gente che canta, gente che balla, gente che gira con l’imbuto e il bottoglione di vino rosso. Avevo un top a fascia bianco e un paio di jeans, lo ricordo perchè la macchia di vino rosso sul top è ancora lì. Ogni volta che la guardo, sembra si faccia beffe di me, dicendomi “non me ne andrò mai”, sono qua, rossa, per ricordarti sempre le tue azioni.
Confusione. Comincia a diventare tutto rallentato, tutto un po’ appannato, e vedo lui.
Lui.

L’avevo visto per la prima volta durante l’estate alla griglianatta, ci avevo scambiato due parole assolutamente prive di senso e poi non l’avevo più visto fino all’inverno. Era anche venuto a casa nostra, mia e di lacy, una notte, a mangiare i popcorn assieme a tutti gli altri.
Ricordavo quegli occhi. Grandi. Scuri. Le ciglia lunghissime, da sembrar truccato. La bocca sempre curvata all’insù, che sembrava stesse sempre sorridendo. Un bambino felice. Questo vedevo trasparire. Non parlava mai tanto, e lacy diceva sempre che era “inesistente”, perchè non ci si accorgeva nemmeno che fosse lì.
Quella sera.
Adoravo quegli occhi. Più li guardavo, più desideravo che fossero miei. Solo miei. Solo per me.
Ero riuscita a tenere il desiderio soffocato, perchè contro morale. Non solo per quello, ma perchè non aveva senso. Quando convivi con una persona, capita, ovvio, che conosci una persona da cui ti senti attratta fisicamente. La cosa importante è saper distinguere quest’attrazione e accantonarla, con non curanza. E’ una cosa normale. Era facile. Se si aveva il controllo della propria mente.
Ma in quel momento, quella sera, non l’avevo.
Mi avvicino, parliamo, non ricordo cosa gli dico, ricordo che due secondi dopo eravamo in bagno.
E siamo stati lì parecchio, appoggiati al lavandino prima, alla porta dopo. Con la gente che entrava, mi riconosceva e non capiva. Che cazzo ci facevo lì con lui. Invece che essere di sopra con lacy.
Entra lacy. Mi spavento, mi stacco di colpo, mi guarda e se ne va.
Il resto della serata, è stato un susseguirsi di discorsi e consolamenti e pianti con chi riusciva ancora a connettere qualcosa.
Poteva finire lì.
Come sarebbero andate le cose se fosse finita lì?

E invece, la sera dopo, arrivata a casa alle 5 del mattino dal Sax, mando un messaggio a Luca chiedendogli il suo numero. Se lo aspettava, mi dice. E mi da il numero.
E il giorno dopo, mentre sono a pranzo con i miei genitori e il lacy, a festeggiare il compleanno di mio padre, tuti insieme come un inica grande famiglia, i genitori e le due figlie, una con l’uomo con cui convive, vado in bagno e gli scrivo il primo di una lunga serie di messaggi.

Quella persona adesso è come se fosse morta. Nessuno sa dove sia finita la persona che era, la persona di cui mi sono innamorata, la persona che era quando era con me i primi tempi.

Mi dispiace che sia così.

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